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Stano: «L’Islam mi ha dato tantissimo a livello mentale: il ramadan mi ha insegnato a seguire le regole»

Al CorSera:  «Spiegare la fatica alla generazione Tik Tok è un’impresa. La marcia è ancora vista come sculettamento, mi prendono in giro».

Stano: «L’Islam mi ha dato tantissimo a livello mentale: il ramadan mi ha insegnato a seguire le regole»
Tokyo (Giappone) 05/08/2021 - Atletica Leggera Marcia 20 Km / Olimpiadi Tokyo 2020 / foto Imago/Image Sport nella foto: Massimo Stano

Il Corriere della Sera intervista Massimo Stano, campione olimpico e mondiale della marcia. Racconta l’importanza della fatica e anche come è ancora vista la marcia.

«Promuovere la marcia è un compito complicato. Si suda, si fatica, si sta in gara per due ore e mezza: come glielo spiego alla generazione Tik Tok, in questa vita in cui il tempo è sempre meno? A me la fatica piace, mi esalta ma chiedere ai ragazzi di oggi di fare fatica è un’impresa. La marcia è ancora vista come sculettamento, mi prendono in giro. Bisognerebbe inserirla come materia scolastica. Io, più che vincere il più possibile, non so che fare».

La conversione all’Islam fa parte del suo processo di maturazione?

«Nasce come scelta d’amore. Fatima mi ha seguito ovunque: ha cambiato città, lavoro e amicizie per permettermi di coltivare la passione per la marcia. Convertirmi era il minimo che potessi fare, in cambio, per lei. L’Islam mi ha dato tantissimo a livello mentale: il ramadan mi ha aiutato a imparare a seguire le regole, è un culto di una ricchezza incredibile. È stata una scelta libera, in autonomia, infischiandomene dei giudizi. Liberatoria, in ultima analisi. E legittima. Sto preparando l’esame di diritto: l’articolo 19 della Costituzione garantisce la libertà di culto».

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