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«Morandi non dice mai no ad un autografo, per una foto con un fan lasciò che gli rubassero la macchina»

Paolo Kessisoglu al CorSera: «L’esperienza di blackout della popolarità lo ha segnato. Mai censurati da Mediaset,  Berlusconi ci chiamò per complimentarsi» 

«Morandi non dice mai no ad un autografo, per una foto con un fan lasciò che gli rubassero la macchina»
Db Torino 30/05/2017 - partita del cuore / Nazionale Cantanti-Campioni della Ricerca / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Gianni Morandi

Il Corriere della Sera intervista Paolo Kessisoglu. Musicista e attore, forma da anni il famoso duo Luca e Paolo con Luca Bizzarri. Racconta il loro primo incontro.

«Al provino per entrare allo Stabile di Genova. Da trecento si passava a una manciata di candidati, lui mi passò davanti e io gli dissi: “Dai, ci vediamo domani”. Lui rispose: “Io sì, tu boh”». Modesto. «Ma anche io ero presuntuoso: inutile girarci intorno, se fai questo mestiere è perché sei insicuro e cerchi qualcosa che trasformi in arte la sua debolezza. All’inizio non ci prendemmo, però poi arrivo un’alchimia che dura ancora adesso. Non facciamo le vacanze insieme e siamo capaci di fare centinaia di chilometri in auto senza dirci una parola. Però quando siamo in scena avviene la magia. Le battute vengono da sole».

Oggi non si può più scherzare su niente, dice. Ma racconta anche che molti politici non se la prendono per le loro battute.

«Renzi ci chiamò per congratularsi. È intelligente e ci sa fare. Poi un giorno mentre scendevo dal treno mi sento dire alle spalle: “Ahò, ma la smettete de’ perculà tutti?”. Era Alessandro Di Battista».

Su Mediaset:

«Lì però chiamavano soprattutto le grandi aziende che si sentivano danneggiate, non i politici. E Mediaset non ci ha mai censurato. Nemmeno quando ironizzammo sul Grande Capo. Il giorno dopo squillò il telefono. Era Berlusconi. Si complimentò e si scusò perché non riusciva a venire in trasmissione perché aveva da fare».

Parla di Paolo Villaggio:

«Ero accanto a lui quando la Rai organizzò la conferenza stampa per presentare la stagione di Carabinieri a cui partecipava anche lui. Un giornalista gli chiese che cosa lo avesse spinto a recitare in quel ruolo e Villaggio rispose così: “È un marchettone e io avevo bisogno di quattrini”. Un gigante».

E ancora:

«Maria De Filippi si sganasciava dalle risate quando la prendevamo in giro per il suo legame con Costanzo. Ilona Staller fu spiritosissima. Ma quando andammo a casa di Rocco Siffredi fu l’apoteosi. Intanto ci ricevette nella sua casa romana piena di gigantografie. Di lui con la famiglia, certo, ma anche di lui al lavoro. E ho detto tutto. Bene, quando finimmo l’intervista ce ne andammo ma lui ci rincorse per le scale: “Aspettate, non vi ho dato il mio ultimo film”. Ora, lei può immaginare com’era la copertina dell’ultimo dvd del film di Siffredi. Provammo a dire: “Ma no, grazie, lo compreremo, vogliamo sostenere il cinema italiano”. Niente. Io misi il dvd in valigia e pensavo fosse finita lì. In aeroporto, però, la polizia chiese di ispezionare il mio bagaglio. Quando cominciai a farfugliare cose tipo “è per
lavoro, è per una intervista”, i poliziotti scossero la testa con indulgenza: “Dicono tutti così”».

Hanno fatto Sanremo con Gianni Morandi.

«Lei l’ha visto mai Morandi che fa l’imitazione di Mogol? Un grande. Ora, lei deve sapere che Morandi racconta sempre di quel periodo in cui ebbe un calo di popolarità dovuto all’ascesa dei cantautori e al declino dei cantanti. Poi, come sappiamo, si riprese alla grande e la sua fama non si è più fermata. Però quella esperienza di blackout lo ha talmente segnato che oggi lui non dice mai no alla richiesta di un autografo. Tanto è vero che una volta dal benzinaio scese dalla macchina per farsi fare una foto con un fan e quando lo avvisarono che qualcuno gli stava portando via l’auto lui non fece un plissé».

Continua:

«Una delle persone più intelligenti, talentuose e amabili che abbiamo. La sera della prima di Sanremo lui alle sette e mezza non si trovava. Non sapevamo dove fosse, lo cercammo ovunque, poi scoprimmo che era tra la folla a firmare autografi e a farsi le foto col pubblico».

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