ilNapolista

Kim, Kvara, Olivera e Østigård: il Napoli ha invertito la tendenza della squadra da bravi ragazzi?

I nuovi acquisti sono grossi, un po’ brutti, cattivi. Atletici. E hanno la fisionomia di quelli che la mamma ti dice di non frequentare

Kim, Kvara, Olivera e Østigård: il Napoli ha invertito la tendenza della squadra da bravi ragazzi?
Kim Min Jae

«Eravamo bravi ragazzi, ragazzi svegli»; «Che io mi ricordi, ho sempre voluto fare il gangster. Per me fare il gangster è sempre stato meglio che fare il Presidente degli Stati Uniti». Parola di Henry Hill, interpretato da Ray Liotta. Il film è di quelli indimenticabili: Quei bravi ragazzi, Scorsese. Una pietra miliare, Quei bravi ragazzi.

Kim-Min Jae

Kim

Kim Min Jae

Pare oramai certo che l’erede di Koulibaly sarà Kim-Min Jae. Un sudcoreano che gioca a pallone. Alla vista, più che da Holly e Benji, sembra uscito da Tekken. Per chi non lo sapesse, Tekken è uno dei videogiochi arcade più fortunati della storia delle console. Il gioco era semplice: bisognava massacrare di mazzate l’avversario, in una specie di torneo di arti marziali. Chi vinceva il torneo otteneva l’ambito ed iridato titolo: The King of Iron Fist Tournament. A primo acchito, Kim dà più o meno questa impressione qui. Sarà per quell’aria da duro; sarà il fisico imponente, visto ch’è alto oltre un metro e novanta; sarà per la foto che sta girando da giorni sui social, che lo ritrae un bel po’ incazzato; sarà il soprannome che gli hanno dato in patria (The Monster); o forse sarà solo quell’enorme tatuaggio che porta in petto: Carpe Diem. Cogli l’attimo. Lui l’ha colto, eccome se l’ha colto. Raccogliendo un’eredità pesante, molto pesante, senza paura. Con la stessa sfacciataggine di quando ha accettato la corte del Fenerbahce, imponendosi in Europa dopo essere arrivato dal campionato cinese nello scetticismo generale, sponsorizzato soltanto dall’allenatore Vitor Pereira. È un colpo – rispetto agli altri – che porta con sé un bel po’ di aspettative, e non solo perché sostituisce Koulibaly.

Østigård

Østigård

Roma 05/02/2022 – campionato di calcio serie A / Roma-Genoa / foto Insidefoto/Image Sport
nella foto: Leo Ostigard-Felix Afena-Gyan

Prima di Kim, da queste parti era arrivato Østigård. L’anno scorso ha giocato al Genoa. La sua eredità è decisamente meno importante: sostituisce Tuanzebe che a Napoli non ha mai giocato. È un norvegese tutto d’un pezzo. Di quelli che danno l’idea di non concedersi troppi sfizi, di fare una vita un po’ austera. Quando è stato ufficializzato, sui social del Napoli è comparso un commentino di Erling Haaland, suo compagno in Nazionale. «Prendetevi cura di lui», ha scritto il poderoso attaccante norvegese. Che ha aggiunto che Leo è un bravissimo ragazzo, un «top guy». Chi l’ha visto in campo, non la pensa proprio allo stesso modo. Le agenzie fotografiche hanno fornito ai siti una diapositiva del campionato appena terminato: quella in cui strozza Afena-Gyan, l’attaccante della Roma. Insomma, «Leoskiri», come si fa chiamare, non si fa pregare. Non fa cerimonie.

Olivera

olivera

Mathias Olivera

Gli altri due, oramai, ci sembra di conoscerli da una vita. Mathias Olivera arriva a rimpiazzare Ghoulam. Un calciatore che abbiamo amato, ma anche uno che non gioca a pallone da quando s’è rotto il ginocchio. Olivera ci ha fatto spaventare, visto che è arrivato con un problemino al ginocchio pure lui, che s’era procurato in Nazionale. Niente di serio, per fortuna. Ma ecco, bastava dare uno sguardo a Twitter la sera del suo infortunio per rendersi conto del calciatore di cui stiamo parlando: in Uruguay, nella patria della garra charrua, sembrava che stessero piangendo un morto in vista del Mondiale. Chi l’ha visto giocare riferisce che è un animale, un grintoso. Un atleta totale. Un Di Lorenzo sulla fascia opposta. Il buon Giovanni, però, il nuovo capitano, non porta quel taglio sul sopracciglio che pare figlio di una rissa nei peggiori bar di Caracas. È il fascino del sudamericano.

 

Kvaratskhelia

Db Dimaro (Tn) 17/07/2022 – amichevole / Napoli-Perugia / foto Daniele Buffa/Image Sport
nella foto: gol Khvicha Kvaratskhelia

E Kvara? Di Kvara s’è detto tutto, troppo. Basterebbe il cognome impronunciabile a trasferirgli quelle fattezze misteriose tutte est-europee. Kvaratskhelia – ci perdonerà – ha un po’ la faccia di chi ha conosciuto la sofferenza. Di uno che bada al sodo. La barba incolta, lo sguardo perennemente in concentrazione, i calzettoni sporchi di terra, i capelli in disordine, perfino la voce rauca (avete sentito le interviste?).

Kim, Ostigard, Olivera, Kvaratskhelia sono grossi, un po’ brutti, cattivi. Fisici, atletici. E hanno la fisionomia di quelli che la mamma ti dice di non frequentare. Non saranno (ancora) nomi conosciuti ai grandi palcoscenici, ma hanno le sembianze dei giovanotti terribili. A Napoli (Bayern permettendo) ne incontreranno un altro che ha personalità da vendere: Osimhen.

ilnapolista © riproduzione riservata