A Napoli l’ennesimo remake del film: “chi arriva è un pacco, chi va via è un fuoriclasse”
Si cominciò con Hamsik e Lavezzi, fu contestato anche Koulibaly. Ci voleva Arrigo Sacchi per sottolineare il ruolo in negativo dell'ambiente

Mg Cesena 26/09/2010 - campionato di calcio serie A / Cesena-Napoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Ezequiel Lavezzi-Marek Hamsik
Arrigo Sacchi come Nanni Moretti in piazza Navona: «Con questi dirigenti non vinceremo mai», tuonò nel lontano 2002 il papà di “Bianca” aprendo la stagione politica dei girotondi.
«Il malumore della tifoseria nei confronti della società non è un bell’inizio. Napoli e il Napoli, per vincere, hanno bisogno di uno sforzo comune, perché non hanno alle spalle la storia e l’esperienza delle altre big» sono le parole dell’Arrigo alla Gazzetta, parole che noi traduciamo “con quest’ambiente a Napoli non si vincerà mai niente”.
In fin dei conti ogni esistenza è una coazione a ripetere. La vita è molto simile alla sublime rappresentazione che ne diede Escher con le sue formiche. L’ambiente calcistico di Napoli non sfugge all’implacabile ciclo che ci riporta tutti alla casella di partenza. Per certi versi è divertente osservare come nulla cambi, anche dopo dieci o quindici anni le reazioni sono sempre le stesse come se fossimo protagonisti di una rappresentazione per confermare la validità delle tesi di Pavlov.
A Napoli la messinscena è sempre la stessa, una commedia che prosegue da circa vent’anni e non cambia mai copione.
A ogni cessione del Napoli di De Laurentiis segue una sommossa che ormai è social ma sempre sommossa è. Così come quasi ogni acquisto del Napoli, viene accompagnato da scetticismo, derisione, in alcuni casi persino contestazione al povero malcapitato. Napoli è immersa in un clima che definire avvelenato è poco. Clima che giocoforza finisce con l’avere ricadute sul club, sulla squadra, sui giocatori. Per noi del Napolista quest’ambiente ha indotto De Laurentiis a compiere scelte populistiche che hanno rinviato di anni il rinnovamento della squadra. Lo abbiamo aspramente criticato esattamente proprio per i motivi opposti a quelli per cui viene crocifisso dalla piazza. Non possiamo esimerci dal ricordare che sull’altare del conservatorismo ha sacrificato l’allenatore più vincente della storia del calcio. Quel che sta accadendo in questi giorni – lo ripetiamo fino alla noia – è frutto degli errori di De Laurentiis che non ha avuto il coraggio di cambiare quando ne ha avuto l’opportunità. Tra l’altro si sarebbe arricchito infinitamente di più.
Ricapitolando. Ogni calciatore che va via, è un fuoriclasse ed è una tragedia. Ogni calciatore che arriva, invece, è una mezza sega. Poi, non si capisce grazie a quale miracolo, il Napoli è sempre ai vertici del calcio italiano. Pur non avendo vinto nulla di rilevante, ossia uno scudetto o una coppa europea.
Senza nemmeno dilungarsi più di tanto, possiamo aiutarci con qualche esempio.
Lavezzi e Hamsik – Quando arrivarono e furono presentati, ci fu la contestazione della tifoseria organizzata al grido di “meritiamo di più”.
Cavani – Arrivò a Napoli dal Palermo, non era certo lo straordinario centravanti che è diventato a Napoli e che poi è stato per il resto della sua carriera. Giocava esterno. Arrivò per circa 18 milioni e fu accolto senza particolari trionfalismi. Il vantaggio fu che Edinson cominciò a segnare praticamente subito. Non ci fu il tempo per alcuna contestazione.
Mertens – Fu acquistato per fare l’onesta riserva di Insigne, o comunque stare in competizione con Lorenzo. Senza voler ricorrere al celebre video del mitico allenatore che lo derise, ma nessuno scese in piazza a festeggiare quando arrivò. Tant’è vero, come abbiamo ricordato, non c’era quasi nessuno alla sua presentazione e Dries ci rimase molto male.
Koulibaly – Lo ha ricordato pochi giorni fa Bigon: il suo arrivò venne accolto con mormorii, critiche, le solite contestazioni social. Da parte degli stessi che in questi giorni si stracciano le vesti per la sua partenza.
Callejon – Abbiamo più volte scritto dei risolini che accolsero la previsione di Benitez: «può fare venti gol in stagione».
Allora la vedovanza di Cavani era inarrestabile. Eppure erano arrivati Higuain Albiol da un bel po’ di tifosi etichettati come scarti del Real Madrid.
L’elenco è sterminato. Anche l’arrivo di Ghoulam, dalla Francia, venne accolto con freddezza.
Quando arrivò a Napoli, Jorginho non valeva certo 50 milioni.
Tutto questo, in soldoni, per ribadire che il Napoli questo è: un club che punta su calciatori modello Kvara e che spesso finiscono col crescere in maglia azzurra e possono diventare forti, fortissimi, in in alcuni casi campioni. Come ad esempio con Cavani e Koulibaly. Persino Higuain, quando arrivò a Napoli, non valeva certo i 90 milioni che spinsero la Juventus a far scattare la clausola rescissoria. Se dovesse arrivare Kim, sarà deriso come lo fu Koulibaly (all’epoca definito il peggior acquisto della stagione da autorevoli commentatori e quotidiani).
Il Napoli non è il Real Madrid, il Bayern, il City. Ci sentiamo anche stupidi a scrivere queste ovvietà. Non capirlo, vuol dire non accettare la realtà. Dispiace perché con un altro ambiente, come ha giustamente detto Arrigo Sacchi, gli obiettivi del Napoli potrebbero essere diversi.