All’Equipe: «È lo sport che amo di più, ma è quello che odio di più adesso. Farò del mio meglio per migliorare, se non ci riuscirò, beh, mi fermo»
Battuto al primo turno del torneo di Wimbledon dal connazionale Quentin Halys (4-6, 6-1, 6-2, 6-4), Benoît Paire ha parlato del suo particolare momento di disagio rispetto al tennis, situazione che lo ha portato a chiedere un aiuto a livello psicologico.
«È più uno stato mentale che ho da un po’. Un’antipatia per il tennis. Vedo delle persone per questo. Ne ho sentito il bisogno. Discuto con specialisti in questo campo, rifiuto questo sport. Mi disgusta quando vado in campo. Ultimamente, ogni volta che ci mettevo piede, mi veniva voglia di scappare, quindi non aveva senso andarci. Ecco perché dopo il Roland-Garros non ho giocato molto. Quando mi ritrovo in campo, ho delle bolle di ansia. Quello che è successo oggi era prevedibile. Cerco di lavorare principalmente per il futuro, per cercare di trovare solo un po’ di piacere in campo».
«Per una esibizione da 60.000 euro, francamente, vengo qualunque cosa accada, anche se mi viene consigliato di non andarci. Cerco di progredire, di liberarmi di questa cosa, perché prima mi piaceva il tennis, mi piacevano questi momenti di tensione, stare in campo, ma ora mi sento davvero poco bene con me stesso e cercando sto di stare meglio».
Che tipo di “persone” vedi?
«Uno psicologo e uno specialista di ipnosi. Vedo molte persone, perché non sono troppo felice nella mia vita in questo momento. Per questo ho voluto prendermi una pausa, per provare a riscoprire il gusto per questo sport. L’ho amato e ora lo odio. È difficile trovarsi in questo stato quando sei in campo. Ecco perché ho preso l’iniziativa di contattare queste persone. Non ne avevo mai sentito il bisogno, ma dato che non potevo farlo da solo… Non sta ancora dando frutti, ma lo farà a lungo termine».
Aggiunge:
«Il tennis è lo sport che amo di più al mondo, ma è quello che odio di più in questo momento».
Quale sarà il prossimo passo per te? Ti prenderai una pausa?
«No, lavorerò ancora, rivedrò queste persone, cercherò di trovare una motivazione perché tutto cambi. Il tennis, l’ho sempre amato. Perché ora mi spaventa così tanto? Oggi è andata un po’ meglio rispetto a Milano la scorsa settimana, ma non mi sono allenato, non sono pronto fisicamente. Ma farò del mio meglio per migliorare il prima possibile, e se non è quest’anno, sarà l’anno prossimo. E se non è l’anno prossimo, beh, mi fermo. Ho cose molto più interessanti da fare da parte, quindi sarà tutto positivo, qualunque cosa accada».