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Nek: «Ai concerti in piazza mi lanciavano di tutto: una sera, al Sud, un sasso mi sfiorò la testa»

Al Messaggero: «A qualcuno non dovevo stare simpatico. Il pubblico delle piazze è feroce e trova il modo per fartelo sapere. Ho ricevuto sputi, fischi, insulti» 

Nek: «Ai concerti in piazza mi lanciavano di tutto: una sera, al Sud, un sasso mi sfiorò la testa»

Il Messaggero intervista Filippo Neviani, in arte Nek. Domani debutta in prima serata su Rai2 alla conduzione di “Dalla strada al palco”, un programma in quattro puntate ideato da Carlo Conti dedicato agli artisti di strada.

«Anche io ho iniziato in circostanze simili, nelle piazze. Parlo del periodo prima della partecipazione a Sanremo nel ‘93. Le cose avevano cominciato a girare bene, tra Castrocaro e il primo disco. I promoter mi scritturavano. Non sempre filava tutto liscio, però. Il pubblico delle piazze è feroce. E trova il modo per fartelo sapere. Mi è successo di tutto. Ho ricevuto sputi, fischi, insulti. La gente conosceva solo la canzone che girava in radio: per il resto era un’incognita. Una sera mi lanciarono anche un sasso: tragedia sventata per pochi millimetri».

Racconta:

«Eravamo al sud, non ricordo dove. A qualcuno non dovevo stare simpatico: vidi questa pietra sfiorarmi la testa. Partì la caccia al colpevole. Ci fu un’insurrezione».

Come finì?

«Fermai tutto. Portai il sasso al promoter: “Basta così”. Quegli anni, però, mi fecero capire che il successo te lo devi guadagnare con il duro lavoro. Senza non si va da nessuna parte. Quando nel ’93, a 21 anni, arrivai a Sanremo tra le nuove proposte, ero già strutturato».

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