Al Messaggero: «Per un giornalista o un grande regista il fatto che ho partecipato al Grande Fratello ci sarà sempre. Fu Ozpetek a firmare il mio indulto».
Il Messaggero intervista Luca Argentero. 44 anni, torinese, è entrato nel mondo dello spettacolo nel 2003 partecipando alla terza edizione del reality Grande Fratello. Negli ultimi due anni ha avuto grande successo con la serie di Rai1 “Doc-Nelle tue mani”.
Gli chiedono quali erano i suoi riferimenti da ragazzo.
«Di tipo sportivo. Il mio idolo è sempre stato Alberto Tomba. Lui e Andrè Agassi».
Tomba, l’alpinista Walter Bonatti e il ciclista Luisin Malabrocca sono i protagonisti del suo spettacolo teatrale del 2019 “È questa la vita che sognavo da bambino?”. Malabrocca, nel dopoguerra, capì che arrivare ultimo al Giro d’Italia, conquistando la Maglia nera, gli dava maggiori vantaggi. Spiega perché ha raccontato un antieroe come lui.
«Perché aveva capito il sistema e come fotterlo. Un antesignano del marketing».
Parla degli inizi del suo percorso artistico, subito dopo il Grande Fratello.
«Il mio approccio era esclusivamente speculativo. Ho cercato di sfruttare la popolarità del Grande Fratello per avere tutti i benefici possibili, soprattutto economici, e tornarmene a casa con la pancia piena. Che poi si sia trasformata in altro, è puramente incidentale. All’epoca ragionavo con il rastrello: prendevo tutto senza selezionare nulla. Poi, all’improvviso, nel 2005 mi hanno offerto di fare l’attore e ha funzionato. Io neanche ci pensavo».
Aver partecipato al Grande Fratello è stato un peso da cui emanciparsi?
«Per me non è mai stato un problema. Per un giornalista o un grande regista, invece, quella cosa lì ci sarà sempre. Mi consola che tanti di quelli che mi seguono al cinema o in tv, all’epoca del GF non erano nati, quindi ne sentono parlare solo in qualche intervista».
Qualcuno nel mondo del cinema il naso l’avrà sicuramente arricciato.
«Certo. I più autoriali ma anche i meno aperti mentalmente. Alla fine io ho lavorato con Ozpetek, Comencini, Risi, Placido, quindi…».
Indica proprio Ozpetek come quello che lo ha segnato di più.
«Ferzan, ovviamente. L’indulto, diciamo così, nel 2007 fu lui a firmarlo. Con Saturno contro tutti si accorsero di me. Lui è il mio punto di svolta».
L’idea che il pubblico si è fatto di lei è quella giusta?
«Non saprei. Di sicuro non mi scambiano per un altro: Claudio Santamaria mi ha raccontato che ogni tanto lo prendono per Fabio Troiano».
Nel 2004 posò per il calendario di Max: cosa ha comprato con quelle foto sexy?
«Più o meno gli infissi del casale a Città della Pieve, in Umbria».