«Adesso mi godo la vita, la famiglia, gli affari. Mangio empanadas, bevo fernet e vino, mi alzo più tardi. Non riesco a immaginare di tornare ad allenarmi»

Carlitos Tevez lascia il calcio giocato. È una non-notizia, nel senso che era una decisione nota ai più già da qualche giorno. L’Apache l’ha ufficializzata con parole commosse. La sua è stata una carriera gloriosa. Tanti anni a Manchester, prima sponda United e poi sponda City. Poi i due anni, strepitosi, alla Juventus. E l’amore della sua vita, il Boca, l’inizio e la fine. È stato un calciatore iconico, tra i più legati a Maradona, anche per la sua Nazionale. Si ritira a trentotto anni dopo quasi trenta titoli vinti.
«Mi sono ritirato ufficialmente, lo confermo. Ho smesso di giocare perché ho perso il mio più grande tifoso (si riferisce a suo padre, ndr) e anche gli stimoli. Adesso mi sto godendo la vita, la mia famiglia, i miei affari. Ho avuto tante offerte, anche dagli Stati Uniti, ma ci sono stati cambiamenti molto importanti per la mia famiglia. Non sarà facile raccontare alle mie figlie del nonno. Da calciatore credo di aver dato tutto quello che avevo. Sono più che sereno»
Non è stata una decisione facile.
«Nel 2021, quando ho saputo che il mio vecchio non aveva più chances, mi sono detto: ‘Non gioco più’. Ho chiamato il mio agente e gliel’ho comunicato, poi ho chiamato Riquelme, vicepresidente del Boca Juniors, e gli ho chiesto di organizzare la conferenza stampa. Ho vinto ventinove titoli ma era un momento troppo difficile per me. Giocare l’ultimo anno è stato molto difficile, ma riuscivo a vedere mio padre. Ora vorrei allenare. Ho già fatto un giro per diversi club, vediamo da dove si potrà cominciare»
Non riesce a pensare di ricominciare ad allenarsi.
«Mangio empanadas e bevo fernet e vino, è quello che voglio. Mi sono sempre preso molta cura di me stesso, mi alzavo alle 6 del mattino per andare ad allenarmi. Arrivavo per primo ed ero l’ultimo ad andarmene. Ma non ho più la forza per farlo. Ho tre o quattro chili in più. Mi alzo un po’ più tardi. Non riesco a immaginare di tornare ad allenarmi e correre»