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Io, georgiano, vi racconto Kvaratskhelia: grande talento, con la testa giusta. Non si accontenta mai

Per noi è Kvara. La Georgia è la capitale della dissipazione del talento. Lui è l’eccezione. Con la palla non sai mai cosa farà, conquista tanti rigori. Ha imparato a difendere

Io, georgiano, vi racconto Kvaratskhelia: grande talento, con la testa giusta. Non si accontenta mai

Il calcio georgiano ha sempre avuto giocatori talentuosi. Tuttavia, portare a profitto il talento è stata sempre la parte in cui abbiamo fallito. È un problema che ci portiamo dietro fin dalla tenera età. Vedere un giovane calciatore in campo e ascoltare almeno un’intervista è sufficiente per capire cosa farà con il suo talento. Per quanto riguarda Kvara (sì per noi Kvaratskhelia è Kvara), è chiaramente un’eccezione; è una persona perbene e laboriosa.

La determinazione è senza dubbio la sua caratteristica distintiva. Si sforza quotidianamente di migliorare, di diventare un giocatore più forte, non smette di lavorare su di sé; è una precondizione per la sua crescita. Rappresenta L’ECCEZIONE che sta a spiegarci la differenza tra l’essere grati e l’essere soddisfatti. È grato per quel che ha, non sembra accontentarsi mai del livello che ha raggiunto.

Le ali sono sempre state una parte importante della scuola di calcio georgiana. Tutto inizia negli anni ’60; nella Dinamo Tbilisi giocavano due delle migliori ali del mondo – Mikheil Meskhi e Slava Metreveli, ali della Nazionale sovietica. E con quell’Urss  hanno vinto Euro 1960.

Il rapporto tra questo tipo di giocatori, le ali, e i tifosi aveva una specificità insolita, i tifosi osservavano attentamente ogni loro movimento. Un giocatore con le capacità tecniche di Mikheil Meskhi è estremamente raro non solo in Georgia ma in tutto il mondo. I giocatori sentivano questo rapporto speciale con lo spettatore e giocavano per loro.

Negli anni’ 70 e ’80, la tradizione è stata portata avanti da Vladimer Gutsaev. Poi le classiche ali sono scomparse dal nostro calcio in seguito a trasformazioni tattiche. E ora questa cultura rivive e ritorna, e tutto grazie a Kvara. Quando prende la palla, i tifosi si aspettano giocate memorabili e straordinarie, che cambi il corso della partita.

Per cercare di fare un esempio corretto, proviamo a fare un paragone con due campioni conosciuti. Se parliamo di dribbling, Kvara ricorda più Neymar che Robben. Tutti sapevano cosa avrebbe fatto Robben, anche quando faceva la cosa migliore. Neymar invece è imprevedibile. E questa caratteristica è abbastanza riconoscibile anche in Kvara. È il motivo per cui conquista innumerevoli calci di rigore – facendo perdere ai difensori l’equilibrio o la coordinazione nell’area di rigore.

Non è affatto all’oscuro della fase difensiva, se vogliamo paragonarlo a Insigne. Quando è arrivato al Rubin Kazan, non è stato facile per lui, gli ci è voluto del tempo per adattarsi. Ricordo che si dedicava talmente tanto alla fase difensiva che non aveva più la forza per giocare davanti e attaccare. Nonostante ciò, dopo essersi adattato fisicamente e con l’arrivo di un nuovo allenatore, è ulteriormente cresciuto aumentando sensibilmente la velocità.

La stagione finale a Rubin non è stata positiva. Il fatto che avesse deciso di lasciare il club ha influenzato il suo umore. Il suo gioco meritava un campionato molto più competitivo. Alla fine, il contratto è stato sciolto ed è tornato l’atteggiamento che conoscevamo. La sua fame di calcio è evidente. Non vuole solo il bel gioco, si aspetta di vedere il risultato. Finora sta andando alla grande.

Per quanto riguarda la pizza, Kvara viene da Samegrelo, Georgia occidentale – terra ricca di cultura – dove c’è particolare attenzione alla cucina. Quindi, Kvara dovrà affrontare un dilemma non facile: scegliere tra Khachapuri e pizza.

Qui il suo gol realizzato ieri sera alla Nord Macedonia.

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