ilNapolista

Cacciari a Gragnano: «La guerra è un profilo della natura umana»

Intervista al filosofo. «Il male è un mistero. La guerra sarà lunga. Non mi interessa niente dei social»

Cacciari a Gragnano: «La guerra è un profilo della natura umana»
Roma 27/06/2017 - celebrazioni per il bicentenario della nascita di Francesco De Sanctis / foto Insidefoto/Image nella foto: Massimo Cacciari

Arriva in macchina scortato come una star, mentre la folla dei cacciatori di selfies lo intercetta prima del momento pubblico a cui deve partecipare: Massimo Cacciari è a Gragnano, ospite di don Aniello Pignataro parroco di San Giovanni Battista – e docente anch’egli di Filosofia – e la piazza del Rosario è già di piena di sediolini bianchi a raggiera già tutti occupati e disposti come in un teatro greco.

L’incontro è incentrato sul male – “Unde malum?” – e mentre Pignataro lo scorta in sagrestia per permettere l’intervista esclusiva a ilnapolista, Cacciari si toglie la giacca di lino del suo elegante completo safari e ci chiede di cominciare.

Prof, Alda Merini in una sua poesia – “In memoria di Vanni” – dice: “non ci sarai più padre buono a tergermi il sudore quando piango sul mistero del male”. Anche per lei il male lo è?

«Il male no – quasi infastidito; ndr – perché deve essere un mistero: appartiene all’ordine delle cose finite ed alla natura umana. Anche la guerra è un profilo della natura umana che consiste in un non ascoltare l’altro ed indica una sordità ed un profilo inospitale. Quando la guerra accade il problema è capire quali sono gli strumenti per superarla. Ed a mio giudizio c’è solo una possibilità teorica per non arrivare più alla guerra: bisogna che il genere umano si sovraumanizzi… ».

Tornando nel nostro piccolo orto politico, qualche ora fa è scoppiata la vicenda Di Maio: ma allora ‘uno vale più di un altro?’.

«Si sapeva: Lapalisse… Di Maio dice un’assoluta ovvietà».

Ma allora il ‘Campo grande’ teorizzato dal segretario del Pd Letta va a carte quarantotto?

«Ma il Campo grande non è mai esistito: è una suggestione giornalistica, in realtà quella di Letta era una battuta che al massimo poteva essere una speranza politica».

Concludendo professore, lei quanto pensa durerà la guerra in Ucraina?

«Lunga, lunga – con un viso da venerdì Santo; ndr – : le politiche belliche russe ed ucraine confliggono: possiamo e dobbiamo lottare per un cessate il fuoco che consenta di riprendere un filo di speranza…».

Prof, l’ultima: lei quando va in Tv dalla Gruber dà materiale ai social per i suoi scontri: l’ultimo con Sallusti, proprio sulla Russia?

«Bah, – icastico; ndr – non mi interessa nulla di questo…».

La folla rumoreggia e reclama il suo mentore: il prof ci saluta e comincia il suo dialogo con il parroco Pignataro per dare un volto al male che abita dentro di noi.

 

ilnapolista © riproduzione riservata