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Alle Gallerie d’Italia di Napoli la mostra conclusiva di Restituzioni, “La fragilità e la forza”

In esposizione, fino al 25 settembre, Antonello da Messina, Bellini, Boccioni, Manet, il mantello e gli onori di Napoleone, la grande campana rossa di Mainolfi 

Alle Gallerie d’Italia di Napoli la mostra conclusiva di Restituzioni, “La fragilità e la forza”

È Restituzioni. La Fragilità e la Forza la mostra inaugurale delle Gallerie d’Italia di Napoli, nuovo museo di Intesa Sanpaolo aperto lo scorso 21 maggio in via Toledo. L’esposizione raccoglie circa 200 opere restaurate tra il 2019 e il 2021 nell’ambito del programma biennale di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio artistico nazionale che la
Banca conduce da oltre trent’anni in collaborazione con il Ministero della Cultura.

La XIX edizione di Restituzioni copre un arco cronologico di 26 secoli, spaziando dall’antichità al contemporaneo e fornisce così un ampio panorama del patrimonio artistico italiano.

Visitabile fino al 25 settembre 2022, l’esposizione presenta il risultato dei restauri di 87 nuclei di opere per un totale di 231 manufatti, selezionati da Intesa Sanpaolo insieme a 54 enti di tutela (Soprintendenze, Direzioni Regionali Musei e Musei autonomi) e appartenenti a 81 enti proprietari, tra musei pubblici e diocesani, chiese e luoghi di culto, siti archeologici. La curatela scientifica è di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti e, da questa edizione, Carla Di Francesco.

Nato in Veneto, il programma Restituzioni è cresciuto, di pari passo con la crescita della Banca, raggiungendo via via un raggio d’azione più ampio. Nell’edizione in corso, che ha largamente coinciso col periodo di pandemia, Intesa Sanpaolo ha voluto dare continuità al progetto rinnovando l’impegno per un comparto in sofferenza – quello del restauro – che ha sempre visto l’Italia ricoprire un ruolo di eccellenza nel mondo. È una delle principali iniziative del Progetto Cultura della Banca. In questa edizione hanno lavorato 74 qualificati laboratori di restauro e decine di conservation scientist impegnati nella diagnostica, in tutta Italia, oltre all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, l’Istituto Centrale per il Restauro di Roma e il Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” di Torino.

Il progetto ha restaurato opere provenienti, per la prima volta, da tutte le regioni italiane, a conferma della sua dimensione nazionale e a testimonianza dell’importanza identitaria per il territorio italiano che si esprime nei grandi musei come nei centri minori e nei borghi, disegnando una panoramica fedele all’idea di museo diffuso che connota la penisola. È stato inoltre restaurato un capolavoro dell’artista italiano Vittore Carpaccio dal Museo Jacquemart-André di Parigi (Francia) e un affresco pompeiano gravemente danneggiato dal terribile incendio che, nel 2018, ha
devastato il Museu Nacional di Rio de Janeiro (Brasile).

Il catalogo generale con le schede storico-artistiche e le relazioni di restauro di ciascuna opera, pubblicato on-line in formato PDF e scaricabile gratuitamente dal sito.

 

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