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“Nostalgia”, nel film di Mario Martone il ritorno a Napoli di un uomo che ha dimenticato il suo passato

Nelle sale, dopo il passaggio a Cannes. Ha in esergo la frase di Paolini: “La coscienza sta nella nostalgia. Chi non si è perso non ne possiede” 

“Nostalgia”, nel film di Mario Martone il ritorno a Napoli di un uomo che ha dimenticato il suo passato
Presentato in anteprima al Festival di Cannes in corso arriva nelle sale “Nostalgia” l’ultimo film del regista partenopeo Mario Martone, tratto dall’omonimo romanzo Feltrinelli (2016) di Ermanno Rea, sceneggiato dallo stesso Martone e da Ippolita Di Majo, tra i produttori anche i fratelli Stella.
Felice Lasco (Pierfrancesco Favino) torna nella sua Napoli dopo 40 anni: alla Sanità ha ancora una madre l’ex ricamatrice Teresa (Aurora Quattrocchi). Ora Lasco vive a Il Cairo dove ha un’impresa di costruzioni. È un uomo che non ricorda nulla della sua precedente esperienza di vita ed è financo diventato un musulmano osservante e balbetta qualche parola di italiano.
Ma nel ritorno a Napoli “si fa prendere dalla nostalgia” e comincia a ricostruire la sua vita precedente: compra una moto Gilera, inizia a girare per il quartiere. Conosce un parroco-coraggio de la Sanità, Don Luigi Rega (Francesco Di Leva) che è in lotta con un boss locale ‘0 Malommo (Tommaso Ragno). Ma si dà il caso che questo malavitoso sia un suo vecchio amico Oreste, con cui ha diviso il pane prima di un eventus damni che lo ha portato via da Napoli. Ma dopo aver raccontato a Don Luigi la sua colpa decide di rimanere a vivere a Napoli e cerca di fare ritornare anche la moglie egiziana (Sofia Essaïdi). Il film ha in esergo una frase di Paolini – “La coscienza sta nella nostalgia. Chi non si è perso non ne possiede” –, che spiega il comportamento di Felice nella prima parte del film. Ma i cuori possono indurirsi e, spesso, “per chi parte non c’è terra di ritorno (Erri De Luca, “Non ora non qui”).
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