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Maignan il portiere con l’agonismo dei pugili. Usa i piedi ma per fare lanci di 70 metri

Oggi ha consegnato la vittoria al Milan con una parata eccezionale su Cabral. Era stato decisivo anche nel derby. Non era facile non far rimpiangere Donnarumma

Maignan il portiere con l’agonismo dei pugili. Usa i piedi ma per fare lanci di 70 metri
Milano 13/01/2022 - Coppa Italia / Milan-Genoa / foto Image Sport nella foto: Mike Maignan
«La cosa più importante per un portiere è saper trasmettere sicurezza agli altri. Bisogna trasmetterla a prescindere da quello che hai dentro. Anche se non ti senti sicuro, devi trasmettere agli altri che hai il controllo della situazione e che possono confidare su di te. Un portiere insicuro fa una squadra insicura»
L’ha detto una volta Gianluigi Buffon che simpatico o meno è uno che qualcosina del suo ruolo capisce, visti i risultati. E forse è ciò che spiega l’impatto straordinario di Mike Maignan col mondo Milan.
Il portiere francese è arrivato dal Lille a raccogliere la pesante, pesantissima eredità di Gigio Donnarumma, che aveva appena vinto gli Europei da protagonista indiscusso dopo un paio di stagioni ad altissimo livello a San Siro. E al di là degli sfoghi, alcuni anche molto volgari, con cui i tifosi e parte della stampa hanno provato a ridimensionare e stigmatizzare la partenza del portierone della Nazionale, la verità è che nessuno pensava che i rossoneri potessero riuscire a non rimpiangerlo, nonostante le buone referenze di Magic Mike.
La realtà ha raccontato di un cambio quasi indolore. Maignan ha permesso che il Milan non risentisse della partenza di Donnarumma ed è un merito non da poco. L’ha fatto, per tornare a Buffon, perché è un sicuro. Uno di quei portieri che t’incutono timore con la sola presenza, col solo sguardo. Uno sguardo da pugile, più che da calciatore. Perfino più cattivo di quello di Micheal Bakari Jordan quando interpreta il figlio di Apollo in Creed lo spin-off di Rocky per intenderci. Ecco: paragonate le sopracciglia inarcate di Maignan agli sguardi persi nel vuoto del Meret degli ultimi mesi: avrete una summa di quel che intendeva Buffon quando parlava di «sicurezza da trasmettere agli altri a prescindere da quello che hai dentro». È agonismo e nel calcio di oggi conta almeno quanto il talento. Un esempio? Lichtsteiner, quando giocava con Conte e Allegri alla Juventus. I tifosi bianconeri lo adoravano, tutti gli altri lo detestavano. Quando gli avversari ti detestano è sempre un ottimo segnale.
Maignan ha dimostrato da subito di avere personalità. Fuori dal campo, certo. Con la reazione ironica ed energica al grave infortunio che l’ha tenuto fuori quasi due mesi ad inizio anno, che poteva comprometterne l’impatto e che invece ne ha dimostrato ulteriormente la convinzione. Ma anche nel campo, coi fatti. Lui è un coraggioso, e si vede nelle uscite, anche nel video di sotto. Ma poi ci vuole stoffa perché non si para semplicemente con la personalità. E Maignan para, eccome se para. Con un suo stile, ma para. Non a caso, insieme a Ospina, ha la migliore percentuale di parate del campionate. I rossoneri devono ringraziare le sue manone se oggi hanno battuto la Fiorentina in una partita ch’era snodo di questo campionato, visto che ha fatto una parata incredibile su Cabral. Ma devono qualcosa a Maignan anche per l’altra vittoria chiave della stagione, quella nel derby di ritorno contro l’Inter che di fatto ha riaperto il campionato. Una vittoria marchiata a fuoco dalle parate del francese.

 

E poi c’è la capacità nel «gioco coi piedi». Che non significa fare centomila inutili passaggi coi difensori nella propria area di rigore. Questo Maignan lo evita, preferisce sparare. Significa piuttosto mandare in porta i compagni da settanta metri. Lo fa soprattutto con Leao, è forse l’unico portiere del campionato che lo fa.

Nelle grandi squadre difficilmente manca un grande portiere. È forse il ruolo più difficile di tutti, ma un gran portiere può portarti dieci punti a campionato. Che pesano una cifra, ancora Buffon – per tantissimi anni – ne è stato la prova vivente. L’impressione è che se il Milan vincesse lo scudetto sarebbe anche grazie a un acquisto che Maldini ha fatto in sordina, senza alzare la voce: l’acquisto del miglior portiere del campionato. 

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