Alessandra Sensini, 4 medaglie olimpiche e 10 Mondiali nel windsurf, al Corsera: “Nessuno nella vita vince sempre, ma la costanza alla fine premia, le sconfitte danno valore alle vittorie”
Gli ultras del pallone, quelli che lo sport lo guardano da una curva, da lontano, si esprimono per imperativi: “Devi vincere”. E invece no, la lezione dello sport vero è che in realtà, prima, devi perdere. La cultura della sconfitta è la base dei trionfi. Non è un dramma. Lo ricorda in una bella intervista al Corriere della Sera Alessandra Sensini, una che nel windsurf ha fatto sei Olimpiadi e ha vinto quattro medaglie, ha vinto 10 titoli mondiali, 5 europei, due ai giochi del Mediterraneo, e 23 titoli italiani. A proposito di “vincenti”…
«Le sconfitte insegnano sempre. A capire l’errore e ad accettarlo. Solo così riesci a migliorare, a lavorare sui punti deboli. È sbagliato chiamarle sconfitte. Anche per i giovani, non è la terminologia giusta. Non sono sconfitte, sono tappe. Che inevitabilmente, in qualsiasi campo, devi affrontare. Nessuno vince subito nella vita. Nello sport alla fine c’è un numero che è nero su bianco, una volta ti può andare male, puoi anche essere boicottata, però la costanza premia. E dà il valore. Non puoi essere costantemente sfigata. La vita non è così. Tu fai qualcosa che ti sembra buono e gli altri non apprezzano»».
«Fin da ragazzina volevo fare l’atleta. D’altronde, con mio padre non facevo in tempo ad imparare uno sport che mi buttava a fare una gara. Anche se non ero in condizione. Però era duro solo nello spingermi a finirla. Potevo arrivare anche ultima, ma se partecipavo a una gara dovevo arrivare in fondo. Per cui lo sport io l’ho conosciuto essenzialmente attraverso questa competizione che da subito è diventata più una sfida con me stessa che con gli altri. Ero un’autodidatta e dovevo capire da sola cosa fare per vincere».