Chiellini: «Io, Buffon, Bonucci e Barzagli ci siamo completati, senza gli altri accanto siamo stati meno forti»
Alla Gazzetta: «Abbiamo saputo amare i difetti degli altri, accettarli e mascherarli. A Bonucci capiterà quello che mi è successo con Gigi: gli mancherà un sostegno»

Db Torino 16/05/2022 - campionato di calcio serie A / Juventus-Lazio / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Giorgio Chiellini
La Gazzetta dello Sport intervista Giorgio Chiellini. Nell’ultima partita di campionato allo Stadium, quest’anno, da dato l’addio alla Juventus. Racconta che già nel 2020 aveva pensato di ritirarsi.
«A dicembre 2020, quando arrancavo e faticavo per recuperare dall’infortunio al crociato e non sapevo nemmeno se sarei riuscito a strappare la convocazione, un pensierino lo avevo fatto. Mi dicevo: “Arrivo all’Europeo e poi smetto”. L’emozione del trionfo invece mi ha dato la spinta giusta per provare ad arrivare fino al Mondiale».
Il suo addio aiuterà la Juve e la Nazionale a far crescere i giovani, dice.
«Quest’anno ho giocato le gare che avevo messo in conto, una ventina circa, e sono felice di averle fatte al livello che desideravo. Non mi sentivo così bene da prima dell’infortunio, però penso che sia il momento giusto, perché il crollo arriva in un attimo e sia la Juve sia la Nazionale hanno bisogno che qualcuno riempia il vuoto lasciato da me: servirà a far fare il salto di qualità ai giocatori più giovani».
Lascerà Bonucci da solo.
«Leo vive ora quello che ho passato io con Gigi: la gioia di raggiungere il traguardo sognato ma anche la consapevolezza che gli mancherà un sostegno. Io, Buffon, Bonucci e Barzagli siamo tutti diversissimi, ma il pregio di ognuno è stato amare i difetti degli altri, accettarli e mascherarli. Siamo stati bravi a completarci, ognuno di noi ha beneficiato della presenza altrui in campo e fuori. Senza gli altri accanto siamo stati meno forti».
L’attaccante che lo ha fatto più penare è stato Suarez.
«Suarez mi ha sempre fatto impazzire, in campo ma anche di piacere. Ci giocai contro la prima volta nel 2010, quando era all’Ajax, e ho visto subito qualità da attaccante vero. Affrontarlo è stimolante, ha una malizia e una scaltrezza non comuni, devi inventarti sempre qualche escamotage per fermarlo».
Che cosa mancherà di più a Chiellini?
«La quotidianità dello spogliatoio. Io sto benissimo in mezzo ai giovani, anche se a mia moglie pare impossibile che io possa essere in sintonia con persone che hanno 15-20 anni meno di me. Mi hanno trasmesso un’energia pazzesca e tanta spensieratezza. Chi è riuscito a farsi contagiare dalla leggerezza dei giovani ha vissuto meglio il post carriera».
Che farà Chiellini da grande? C’è la Mls?
«Dalla Juve ho avuto tanto e ho dato anche tanto. Mi piacerebbe fare un’esperienza più leggera, anche di vita, per staccare la spina e tornare più carico. Fare il dirigente è molto impegnativo, bisogna prepararsi e studiare. Torino ormai è casa per la mia famiglia, torneremo sicuramente a vivere qui».