Ceferin: «Il Real Madrid in finale di Champions dimostra che le competizioni Uefa sono sane»
Intervista ad As: «Invitai Florentino a Nyon a parlare di come cambiare il calcio, mi diede buca il giorno prima con un whatsapp»

Monaco (Germania) 07/04/2021 - Champions League / Bayern Monaco-Paris Saint Germain / foto Imago/Image Sport nella foto: Aleksander Ceferin
Il quotidiano spagnolo Diario As ha pubblicato una lunga e interessante intervista a Ceferin numero uno della Uefa. Argomento principale, ovviamente, la Superlega.
Sull’atteggiamento dei tifosi italiani e spagnoli verso la Superlega.
Sono rimasto un po’ sorpreso dalla reazione un po’ timida delle persone in Spagna e in Italia, anche se capisco. Sono rimasto sorpreso dalla mancanza di reazione dei tifosi del Barcellona, conosciuto come il club del popolo… Non so di quanti soci stiamo parlando, ma i tifosi andavano all’assemblea generale e si esprimevano sulle decisioni. Quella volta non è successo. Ora non importa più.
Ancora sulla Superlega.
Non è vero che Real Madrid, Juve e Barcellona hanno provato a parlare con me. L’unico “ciao” che la Uefa ha ricevuto da questi club è arrivato dai tribunali, tramite cui hanno cercato di sfidarci ovunque. Eppure la cosa curiosa è che siano stati proprio i primi tre club a iscriversi alla Champions. La Uefa non è un monopolio. Ho mostrato loro molto rispetto in passato. Non l’avevo mai detto prima, ma ho invitato il presidente del Real Madrid Florentino Pérez a Nyon prima che accadesse tutto per parlare di competizioni future. Ha cancellato l’incontro con un messaggio solo 24 ore prima a causa di “un evento legato al basket”. Con Bartomeu non ho mai parlato. In un certo senso, stava già lasciando il Barcellona. Tutti hanno avuto la possibilità di parlarci, non siamo mai stati invadenti o arroganti. L’annuncio di quel progetto è stato un atto di incredibile arroganza da parte loro, ed è probabilmente per questo che si rifiutano di comunicare con la Uefa. Ma questo non ha mai influenzato il modo in cui li trattiamo nei nostri tornei. Lo si vede dai loro successi: il Real Madrid giocherà la finale di Champions League e il Barça la Women’s Champions League. Questo è un chiaro segno che le nostre competizioni sono sane, giuste e corrette.
La relazione attuale con i club “ribelli”.
Abbiamo relazioni professionali formali, come con tutti i club che giocano nelle nostre competizioni. I club sono molto più grandi dei loro presidenti, allo stesso modo in cui la Uefa è più grande del suo presidente. Ma le nostre relazioni personali non esistono. Come ho detto prima, comunicano con noi solo attraverso le aule dei tribunali, e spetta ai nostri avvocati occuparsene.
Dopo le decisioni del Tribunale di Madrid è ancora possibile che i club della Superlega vengano sanzionati?
Sì, naturalmente. È possibile. Ma vediamo cosa succede. Siamo felici che l’ingiunzione sia finalmente arrivata. Sono rimasto sorpreso dal comportamento del giudice precedente: non ci era stata nemmeno offerta un’udienza. Mi fido delle autorità e dei tribunali spagnoli.
Escludere Real e Barça non sarebbe un problema anche per la Uefa?
La cosa più importante per la Uefa è dimostrare che le regole sono le stesse per tutti. Nel momento in cui avremo regole diverse per squadre grandi e piccole, potremmo pure decidere di abbassare la serranda e chiudere. Tutti devono rispettare le regole e tutti devono rispettare gli altri. Dei 247 membri dell’ECA, 244 club sono dalla nostra parte, il che significa qualcosa.
La Uefa vincerà la prova della Superlega?
Prima di tutto: la Uefa non ha nessun monopolio. Tutti possono scegliere di essere membri Uefa: le federazioni nazionali e i club, che possono scegliere liberamente di giocare o meno le nostre competizioni. Nessuno di questi club ribelli ha una squadra piena di giocatori del proprio Paese, né una squadra piena di giocatori cresciuti nelle loro giovanili. Senza competizioni aperte, il calcio scomparirebbe.