“Il tennis non si improvvisa: ha fatto le sue scelte e le sta pagando. Non giocare in Australia e negli Usa lo ha portato a perdere a Montecarlo”

Anche mentre perdeva da Davidovich Fokina (chi era costui?) “Novak Djokovic aveva ancora una volta tutti contro”. A Montecarlo è tornato in campo, e ha perso, il numero uno del mondo che il mondo poco sopporta. Lo sottolinea Ubaldo Scanagatta su Ubitennis, scrivendo che di tutti i “contro” con i quali il serbo ha sempre fatto i conti il rifiuto di vaccinarsi per il Covid è probabilmente “quello che ha influenzato di più sia l’atteggiamento del pubblico e sia la performance di Djokovic”.
“A tutti coloro che, sua sponte o anche controvoglia, hanno deciso di vaccinarsi – ed è indiscutibile che siano stati di più di quelli che hanno preferito non farlo (e qui non sto discutendo il merito, il torto o la ragione) – chi non lo ha fatto non suscita grandi simpatie spontanee. E’ un fatto. Giusto o ingiusto che sia… è così”.
Scanagatta scrive anche “il tennis ai massimi livelli non è uno sport in cui si possa improvvisare. Se uno gioca tre partite l’anno non può pensare di poter esprimere il meglio delle sue capacità alla quarta partita. Soltanto Kyrgios, nella sua straordinaria follia, poteva raccontarci che ciò per lui sarebbe stato possibile. Adesso, anche Nick si è convinto di aver detto una gran sciocchezza”. “E Djokovic ha fatto le sue scelte. Che hanno comportato la sua impossibilità a giocare in Australia e negli Stati Uniti”.