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Questo è il vero scudetto buttato via dal Napoli, più di quello dei 91 punti

Lanciato da un finestrino di un pullman che oramai porta uomini abituati all’ambiente, entrati nel vortice delle occasioni perse, che si accontentano senza mai reagire

Questo è il vero scudetto buttato via dal Napoli, più di quello dei 91 punti
Empoli 24/04/2022 - campionato di calcio serie A / Empoli-Napoli / foto Image Sport nella foto: Victor Osimhen

Questo è il più autentico degli scudetti buttati via dal Napoli dell’era De Laurentiis. Non quello dei 91 punti, dove moralmente abbiamo sputato sangue e ce lo siamo persi in ombre, penombre e nebbie. Questo qua, quello nell’anno in cui nessuno ci dava credito, lo abbiamo buttato via poiché l’entusiasmo dell’occasione irripetibile doveva trasformarci in meravigliose belve e invece ci siamo adeguati alla mediocrità di questa Serie A.

Sopravvissuto alla Coppa d’Africa, agli infortuni, all’addio di Insigne, alle fratture di Osimhen. Più volte rientrato nella mischia per il paradiso ed ogni volta fermi a guardarcelo per un male oscuro che attanaglia questa maglia da anni ormai. Un malessere che si insidia nell’animo di un gruppo che si scioglie dinanzi agli obiettivi e fugge via, lontano, scappa.

Questo è uno scudetto lanciato da un finestrino di un pullman che oramai porta pesi e non più calciatori. Porta uomini abituati all’ambiente, a ciclo strafinito, affezionati alla maglia ma talmente entrati nel vortice paradossale delle occasioni perse che si accontentano senza mai reagire, senza ribellarsi.

La società rilegge tra le ceneri l’ennesimo spunto per dare una svolta ad anni di consolidamento tra le grandi di Italia ma che ora non serve più a soddisfare una “grande” che non suggella la sua grandezza. Spalletti o meno, il problema non può essere ogni anno solo l’allenatore, probabilmente bisogna resettare e rifondare magari prendendo spunto dal Milan che, da quando ha messo Paolo Maldini accanto alla proprietà e alla squadra, ha cambiato prospettive e insperati obiettivi. Quel Milan che ad oggi è vicino all’ennesimo cambio societario ma pare non accusarne il colpo.

La debacle finale non può essere attribuita solo ad un aspetto tecnico-tattico ma si insinua in un discorso più ampio. Questo Napoli non ha le potenzialità gestionali per vincere, nelle difficoltà diventa isterico, gli spogliatoi lasciano trapelare notizie e si sfocia in una rissa mediatica che opprime e scoraggia tutto l’ambiente. Questo scudetto è stato buttato, più che cercare allenatori e campioni la società deve rivoluzionarsi e affidarsi a figure intermedie e a manager che sappiano cosa sia lottare per il vertice.

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