Corsi: «Oggi ci è girata bene, ma se si guarda i 90 minuti perdere non ci stava, al massimo pareggiare»
A Dazn: «Siamo la squadra con più italiani in Serie A, che ha fatto esordire più giocatori. Possiamo anche retrocedere, ma è una soddisfazione»

Il presidente dell’Empoli, Fabrizio Corsi, ha parlato a Dazn dopo la vittoria della squadra sul Napoli, al Castellani.
Spalletti ha definito Empoli la Oxford del calcio italiano e lei magnifico rettore.
«Veramente rettore è stato lui, che ci ha innescato questa cavalcata. Ha vinto trofei, è diventato uno degli allenatori più importanti del nostro campionato, noi ci siamo difesi grazie a quell’exploit. I ragazzi hanno dato lacrime e sangue per questa piccola e grande società. Ora in un momento di euforia devo dirlo, 45mila abitanti, siamo la squadra con più italiani in campionato, che ha fatto esordire più giocatori in campionato. Ci sta anche di retrocedere, può accadere, ma quando arrivano questi risultati, dopo che abbiamo spesso giocato bene e hanno vinto gli altri o abbiamo pareggiato… all’andata abbiamo avuto fortuna, contro il Napoli, nel girone di ritorno le partite ci sono girate spesso male, questa di oggi di sicuro ci ha girato bene, ma rende giustizia al nostro gran primo tempo, quando trovarsi sotto 1-0 era il male del calcio, come diceva mio babbo, se lo accetti vai allo stadio sennò vai a pescare al lago».
Pinamonti a fatica tratteneva le lacrime.
«La vittoria mancava da dicembre, ma ripeto, nel girone di ritorno abbiamo sbagliato con il Sassuolo e a Udine ma per il resto non possiamo rimproverare nulla ai ragazzi. Oggi ci è girato, probabilmente c’è una gran dose di fortuna, come sul gol di Anderson, ma se si guarda i 90 minuti perdere non ci stava, al massimo pareggiare».
Su Andreazzoli:
«Un maestro di calcio, l’espressione di gioco ne è una conseguenza, credo che possiamo aspirare a questo anche se c’è da fare valutazioni sulla squadra e dovremo essere in sintonia, dovremo ripartire con una squadra parecchio rinnovata, ora non voglio lasciarmi prendere dall’euforia, bisogna godercela. 30 anni fa non avrei mai pensato di regalarmi queste soddisfazioni e di regalarle a questa città».











