Il Fatto pubblica degli stralci della biografia dell’ex giallorosso: «Gli disse di smetterla con le cavolate sulle formazioni. Noi restammo impietriti»

Il Fatto Quotidiano pubblica alcuni stralci della biografia dell’ex bandiera della Roma, Bruno Conti, “Un gioco da ragazzi”, scritta con Gianmarco Menga. Parla di Liedholm e dei suoi riti scaramantici.
“pure oggi ha preteso di fare la solita strada da Villa Pamphilj, dove siamo in ritiro, allo Stadio. Non importa che ci sia traffico: lui è la scaramanzia in persona e non sente ragioni. Una volta (…) c’era talmente tanta confusione per strada che Sergio (l ’autista) ipotizzò un tragitto alternativo. “Non se ne parla” disse Liedholm. “Chiediamo una mezz’ora all’arbitro, ma la strada non si cambia per alcun motivo”.
Tanti i riti di Liedholm, come quello di allineare tutte le scarpe negli spogliatoi.
“Al rientro negli spogliatoi, noto che Liedholm si è adoperato nel suo ennesimo rituale di scaramanzia compulsiva. Le scarpe, che io e i miei compagni abbiamo lasciato sparpagliate vicino ai borsoni, sono tutte perfettamente allineate e distanziate. Il mister ogni volta aspetta che usciamo tutti dalla stanza per sistemare ogni singolo scarpino con il piede mancino e con le mani in tasca”.
Per fare le formazioni il tecnico si affidava al mago Maggi, che decideva in base ai segni zodiacali dei calciatori e alle congiunzioni astrali.
“Per Liedholm è un amico e un consigliere infallibile. Pare che, quando allenava il Milan, Maggi gli abbia curato un’ulcera con sole tre sedute spiritiche”.
Una volta Graziani cercò di opporsi alle formazioni fatte dal mago.
“Mentre il mago ci viene incontro, Ciccio Graziani mi dice: “Brù, ma è lui quello del tuo amuleto?”. Annuisco (…) appena il mago si avvicina a noi, inizia a incalzarlo. “Tu sei il famoso Mario Maggi, vero? Ascolta, smettila di dire al mister le solite cavolate su astri, rituali e quant’altro. Gli fai solo del male al cervello. Falla finita”. Subito dopo alza la mano destra e gli dà uno schiaffo dietro al collo Noi restiamo impietriti, mentre Maggi non dice una parola e si dilegua. A quel punto mi rivolgo a Ciccio: “Non sai quello che hai fatto. Per Liedholm guai a chi lo tocca. È una specie di santità”. Qualche ora più tardi (…) il nostro dirigente ferma Graziani: “Liedholm ti vuole in camera sua”. Ciccio si fa bianco in volto, riesce solo a dirci: “Mi raccomando, se il mister vi chiede qualcosa, ditegli che era uno scherzo””.
Il mago Maggi era fissato anche sul fatto che i fiori nello spogliatoio portassero sfortuna, per cui Liedholm controllava sempre che non ce ne fossero. E poi il racconto del contenuto delle tasche del giubbotto dell’allenatore.
“Nel giubbotto rosso e arancione con cui siede in panchina, nasconde decine di amuleti, tra cui cornetti di svariate dimensioni e un pacchetto di sale che serve per un altro rito: prima del fischio d’inizio ne prende due pizzichi e li getta dietro le spalle. Serve per scacciare il malocchio”.