Il settimanale Oggi pubblica un estratto dell’intervista di Cattelan che andrà in onda su Netflix. «Il concetto della morte serve per apprezzare la vita»
Il settimanale Oggi, in edicola domani, ha anticipato alcuni estratti dell’intervista che Alessandro Cattelan ha fatto a Gianluca Vialli nell’ambito di «Una semplice domanda», il docu-show di sei puntate con cui il noto conduttore televisivo e radiofonico discuterà «di vita e di ricerca della felicità» con personaggi del calibro di Sorrentino, Baggio e – per l’appunto – Vialli.
L’ex attaccante della Samp, ora collaboratore di Mancini in Nazionale, ha detto – in merito alla malattia che sta affrontando da qualche anno – che certo, ha paura di morire. Eppure la paura non è l’unica emozione che la lotta contro il cancro gli ha trasmesso.
«Io ho paura di morire, eh. Non so quando si spegnerà la luce che cosa ci sarà dall’altra parte. Ma in un certo senso sono anche eccitato dal poterlo scoprire. Però mi rendo anche conto che il concetto della morte serve per capire e apprezzare la vita. L’ansia di non poter portare a termine tutte le cose che voglio fare, il fatto di essere super eccitato da tutti i progetti che ho, è una cosa per cui mi sento molto fortunato. La malattia non è esclusivamente sofferenza: ci sono momenti bellissimi. La vita — e non l’ho detto io ma lo condivido in pieno — è fatta per il 20 per cento da quello che ti succede ma per l’80 per cento dal modo in cui tu reagisci a quello che accade. E la malattia ti può insegnare molto di come sei fatto, essere anche un’opportunità. Non dico al punto di essere grato nei confronti del cancro, eh…».