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Velasco: «Italiani, siete troppo pessimisti. Siete ricchi e non lo sapete. Il vostro calcio? È solo lento»

Al Messaggero: «Essere fuori dal Mondiale non è un disastro totale, la verità è che c’è da cambiare anche quando si vince»

Velasco: «Italiani, siete troppo pessimisti. Siete ricchi e non lo sapete. Il vostro calcio? È solo lento»

Il Messaggero intervista Julio Velasco sulla crisi del calcio italiano e in generale sulla mancanza di coraggio con i giovani

Velasco, l’Italia è davvero un paese per vecchi?

«Non si può dire che l’Italia non pensi ai giovani perché i ragazzi hanno ottime condizioni di vita. In Italia domina però l’istinto conservatore. Le generazioni più datate tendono a rallentare i cambiamenti e la modernizzazione»

«In Italia c’è un pessimismo eccessivo. Non ci si rende conto di vivere in uno dei pochi paesi ricchi del mondo. Ci confrontiamo sempre con chi sta meglio e non guardiamo chi sta peggio. E qui arriviamo allo sport. Mi chiedo: era tutto ok nove mesi fa quando l’Italia vinse gli europei? Adesso che la nazionale non parteciperà al mondiale siamo invece di fronte al disastro totale? La verità è che c’è da cambiare anche quando si vince.

La qualità del calcio italiano

«In Italia negli ultimi anni c’è stata la contrapposizione tra “giochisti” e “risultatisti”. Oggi lo sport in generale pone invece un altro problema: quello della velocità. Se io sono giochista, ma sono lento, non vado da nessuna parte. E’ quello che ci insegna la Premier, dove si pratica un calcio più rapido. Perché in Italia i giocatori frenano quando si avvicinano all’area? Suggerisco un’ipotesi: prevale la paura di perdere il pallone e di incassare il contropiede. Il coraggio è anche rischiare di perdere il pallone e lottare per riconquistarlo. Il problema del gol accompagnò l’Italia pure durante l’europeo, ma fu superato perché la nazionale giocò un calcio veloce».

Non è tutto da rifare, insomma.

«Assolutamente no. Bisogna rialzare la testa, correggere gli errori e migliorare i punti di forza. L’Italia ha potenzialità enormi: talento, creatività, l’intelligenza. Toglietevi quella nuvola di pessimismo sopra la testa e guardatevi intorno: vi accorgerete che essere italiani è una bella cosa».

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