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Tavecchio: «In Serie A troppi stranieri, quando lo dicevo mi davano del razzista»

A Radio Punto Nuovo: «Abbiamo un sacco di gente che toglie il posto agli italiani. Pescare nel mare magnum degli stranieri porta a questo»

Tavecchio: «In Serie A troppi stranieri, quando lo dicevo mi davano del razzista»
Db Milano 26/07/2017 - presentazione calendari serie A 2017-2018 / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Giovanni Carnevali-Giuseppe Marotta-Carlo Tavecchio

L’ex presidente della Figc, Carlo Tavecchio, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Radio Punto Nuovo. Il tema è quello dell’eliminazione della Nazionale dal Mondiale. Si è parlato molto, negli ultimi giorni, del numero eccessivo di stranieri nel campionato italiano e della conseguente scarsa disponibilità di attaccanti per la Nazionale. Tavecchio ne ha approfittato per rispolverare un suo vecchio cavallo di battaglia.

«Gli attaccanti italiani si contano sulle punta delle dita di una mano. Se non usiamo i nostri giovani non abbiamo alternative che chiamare Tizio, Caio e Sempronio che non sono cresciuti nei nostri vivai. Abbiamo un sacco di gente che toglie il posto agli italiani, mi diedero del razzista quando sollevai questo problema. Il pescare nel mare magnun degli stranieri porta a questi risultati».

Sulle dimissioni:

«Ognuno fa quello che vuole. Dissi solo che chi doveva venire a giocare in Italia doveva avere un curriculum che dimostrasse che giocava in una squadra rappresentativa del suo Paese, come succede in Francia ed in Inghilterra».

Il rimedio di Tavecchio:

«Bisogna fare centri di formazione federale, è il primo passaggio per ottenere dei giovani che possano esprimersi a certi livelli. Bisogna potenziare questi centri e mettere dei limiti sull’utilizzo degli stranieri. Parlo ovviamente degli extracomunitari. La Lega Serie A si renderà conto del problema, di quanto stia cadendo in basso il nostro calcio, quando i club capiranno che non potranno più comprare giocatori a 5-6 milioni l’anno. Andiamo verso una naturale autarchia».

 

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