Un lettore veronese scrive a Il Giornale: “la foto dello striscione mi ha fatto sorridere. La curva sud sa di essere una osservata speciale e ci fa”
Un lettore veronese scrive alla rubrica de Il Giornale “Dalla vostra parte”, a cura di Tony Damascelli. Il tema è ovviamente lo striscione degli ultrà contro Napoli, quello con le coordinate per i bombardamenti. La tesi sostenuta dal lettore è la seguente: i tifosi del Verona non odiano i napoletani, è solo che sanno di fare notizia. Insomma, la curva del Verona “non ci è”, ma “ci fa”.
“Io veronese, quando ho visto la foto dello striscione sui giornali, mi è venuto solo da sorridere. In realtà la curva sud (nel mirino da decenni) sa da anni di essere una osservata speciale e ci fa. Non c’è nessun odio (come dice Spalletti), credetemi. Tutti ricorderanno quello striscione, con scritto «lavatevi» messo come notizia principale anni orsono sul tg1 delle ore 20 (quando c’era solo quel tg ed era come se parlasse Dio). Forse che non sapeva delle reazioni? È come quando si è davanti ad un computer: si diventa disinibiti e tonti. Allo stadio è la stessa cosa. Comunque lasciar perdere forse no…”.
Damascelli rinvia al mittente la possibilità di scherzare su argomenti del genere. Definisce lo striscione una forma di “ignoranza violenta”.
“Chi ha pensato per un solo attimo di giocare con la guerra, con la morte ribadisce la propria ignoranza che non è culturale ma profondamente umana, direi anche miserabile. Una via di uscita ci sarebbe, come per altre manifestazioni dei cosiddetti writers le cui scritte o schizzi andrebbero analizzate da uno psichiatra prima di procedere al passaggio successivo: trasferire tali soggetti non al gabbio, dove completerebbero le loro diatesi antisociali ma ai lavori in quegli stessi luoghi oggetto del loro scherno o provocazione. Questo tipo di punizione, che non è affatto violenta, lascerebbe il segno su chi non ha il senso della fatica e della sofferenza altrui”.