In conferenza stampa: «Dobbiamo essere protagonisti di queste nove sfide, testa nei piedi e piedi nella testa, forse così si acchiappa il massimo»
Alla vigilia di Napoli-Udinese, l’allenatore del Napoli, Luciano Spalletti, presenta la gara di campionato in conferenza stampa.
Non sempre la squadra ha dato i segni di continuità necessari, cosa ha visto in questa settimana?
«Abbiamo a che fare con dei professionisti che si chiedono sempre se basta quello che hanno messo nelle partite, ne abbiamo moltissimi che si alzano la mattina cercando di superare il proprio livello, così funziona nel calcio moderno e veloce, bisogna ribellarsi alla normalità e aggiornarsi continuamente, di questi ragazzi ne abbiamo diversi, vogliono dare il massimo e inventarsi anche qualcosa, poi è chiaro che c’è la giocata, il talento che fa la giocata ma per ripetere spesso quella giocata e quel talento ci vuole un carattere dietro che lo rifà ancora, e questa è la cosa più importante che ho visto».
I tifosi ci credono meno allo scudetto, secondo lei perché?
«Dal nostro punto di vista l’entusiasmo che percepiamo è fortissimo, è facile da andare a toccare e assorbire, basta pensare alle ultime partite che abbiamo giocato per arrivare allo stadio, è tutto un vai, frena, ti vengono in mezzo, quello è l’amore che trasmette sensazioni positive alla squadra. Penso che nel prossimo mercato sicuramente non andremo a cercare altri tifosi, siamo a posto, i nostri ci bastano e gli dobbiamo restituire soddisfazioni. Abbiamo nove storie da raccontare, avventure da scrivere, dobbiamo essere già felici per questo, per esserci e dobbiamo viverle da protagonisti. I nostri tifosi ci trasferiscono il loro affetto da tutte le parti».
«La partita di domani nasconde molte insidie. Marino crea ordine, dà i ruoli giusti, anche in campo, hanno giocatori scelti bene per i loro obiettivi, le ripartenze sono un’insidia sempre presente, sono fisici, hanno forza sulle palle inattive, hanno estro in tre o quattro elementi, calciatori di livello che possono fare un mercato importante, dovremo essere bravi a saper stare in equilibrio e a gestire la partita e ad andare subito ad avere chiaro cosa ci giochiamo in queste nove storie da 90 minuti, dovremo essere protagonisti di queste nove sfide, testa nei piedi e piedi nella testa, forse si acchiappa il massimo»
«Le percentuali scudetto? Se guardiamo la classifica è chiaro che le squadre che sono davanti e quelle come l’Inter con una partita in più hanno più percentuali, se però andiamo a vedere le percentuali basate sul valore di queste quattro squadre, dico il 25% ciascuna, abbiamo tutte lo stesso valore, calcolando la forza di squadra».
«La formazione? Avendo a che fare con 5-6 giorni di lavoro bisogna valutarle le cose, da un punto di vista mio anche domani ho deciso che farò giocare 11 titolari, si fa così, bisogna scegliere 11 titolari e li ho scelti, stavolta non ho neanche un dubbio».
«L’Udinese verrà a concederci un po’ di campo tentando di recuperare e ripartire, perdere palla potrebbe essere un problema per noi, bisognerà essere bravi a palleggiare in sicurezza e ad andare dietro al loro blocco squadra, abbiamo le caratteristiche per farlo».
«Per quanto riguarda l’atteggiamento come stare in campo è chiaro che il disegno tattico della squadra avversaria ha una composizione, per l’Udinese dobbiamo essere bravi a comportarci in base a cosa fanno loro, questi cinque calciatori che vengono a tentare di prendere palla ti lasciano i due terzini liberi, non sempre ci puoi andare direttamente, bisogna saperla gestire nei passaggi da destra a sinistra per trovare passaggi. Per cui 4-3-3 mischiato a un po’ di 4-2-3-1, tanto cambia poco».
«Se dei miei calciatori qualcuno ritenesse questa partita meno delicata dell’Atalanta si partirebbe male, dunque nessun pensiero ai diffidati. Dobbiamo vincere quella di domani prima di andare alla storia successiva. Abbiamo il 100% di passione per queste storie, da viverle al 100% di convinzione, di voglia di andare a provare a vincerle tutte, si comincia da quella di domani. Sono rischi che si corrono e vanno affrontati, ci si allena, bisogna riallenarsi e vincere, questo messaggio deve essere chiaro. Anche l’alternanza dei risultati, di cui più volte mi sono detto responsabile deve farci riflettere e farci decidere di mettere qualcosa in più nelle partite in casa, perché come sento dire che tutto quello che fa parte dello stadio Maradona e dell’affetto della nostra città è oro colato e questo amore non gioca mai a sfavore, per cui dobbiamo trovare dentro noi stessi le soluzioni di quello che non è andato come volevamo nelle partite precedenti, avremmo potuto giocarle anche dall’altra parte del mondo, lo stadio Maradona non ci influenza minimamente, può influenzare gli altri. Dobbiamo metterci noi qualcosa in più».
«Mi aspetto che ci mettano qualcosa in più, grandi risultati molta disciplina nei tempi lunghi non c’è altra soluzione, è la somma degli sforzi ripetuti giorno dopo giorno che una mattina ti alzi e ti accorgi di essere di un livello superiore e ricevi dentro un’esplosione, una botta, è il lavoro quotidiano, la disponibilità al sacrificio, a farsi il culetto di continuo che fa la differenza, nessuno ti concede niente in questo mondo qui. Noi dobbiamo essere di quel livello lì, di quelle persone lì. Anche quest’anno siamo stati bravi in alcuni momenti a reggere botta e a fare fatica, ci siamo fatti due lauree alla fatica, in questa stagione, ora bisogna prendere il vantaggio e aumentarla perché siamo un po’ di più e dobbiamo spartirci di più. Anche se qualcosa succede sempre, come Ounas che domani non ci sarà».
«Gli arbitri e il Var? Dal mio punto di vista ho fiducia, ho visto quello che è l’impegno che hanno messo e ritengo sia giusta la strada intrapresa, di mettere la tecnologia a disposizione poi non so dire se la usano bene o male, per come l’abbiamo vista noi la usano benissimo. Giannoccaro ci ha fatto una lezione tre giorni fa spiegandoci cosa succede nella sala Var ed è veramente complicato riuscire a far collimare tutto, anche se mi pare che hanno anche preso decisioni importanti, il lavoro che vogliono fare è sotto gli occhi di tutti, siamo tranquilli di poter fare il nostro lavoro e che non possa essere influenzato dalla possibilità degli arbitri di sbagliare».
«Insigne si è allenato benissimo in settimana e domenica era entrato molto bene in campo. Lunedì in partitella si è impegnato moltissimo. I miei problemi con Insigne sono tutti rivolti alla stessa cosa: che tra tre mesi non sarà più a mia disposizione. Mi piacerebbe averlo ancora a disposizione».
«In un campionato uno questo lo gioca e l’anno prossimo può non rigiocarlo, funziona così nel calcio. Uno dei veri valori della nostra vita è fare qualcosa per qualcun altro oltre che per te stesso e qui di qualcun altro che ne sono migliaia e migliaia. Da domani bisogna partire, quello che abbiamo davanti è una cosa importante. Se basterà questo entusiasmo a dirci che l’abbiamo vinto non lo so, perché ci sono anche le altre squadre, che sono forti e noi siamo qualche punto dietro, ma che è stato bello viverlo con i nostri tifosi alla fine dobbiamo poterlo dire e ci vuole un atteggiamento corretto, una testa forte, salda, sulla partita che andiamo a giocare».
«Non importa che controlli io i giocatori in scadenza. Il Comandante strilla a tutti, Ghoulam pure, anche quando non gioca, sono tutti segnali della partecipazione e della volontà di questi ragazzi. Non esiterebbero a dover riprendere qualcuno se vedono che l’atteggiamento è sbagliato. Chiaro che bisogna non giocarle con il freno a mano inserito, queste partite, bisogna giocarle proponendo un calcio dei nostri tempi, bisogna metterci le qualità che si hanno e anche quelle che non si hanno sennò nella somma ci manca qualcosa, bisogna metterci attenzione, sennò la scatola resta vuota, con degli spazi e non possiamo permettercelo».
«Mertens? Se non l’ho fatto giocare è un po’ colpa mia, lui è bravo a farsi trovare sempre pronto, anche quando lo incontri nel corridoio, lo vedi che con lo sguardo dice: ‘io ci sono, sono pronto, se hai bisogno di me’. Questo ci piace e lo terremo presente».
«Forse avremmo dovuto fare qualcosa in più sull’attacco alla profondità e allo spazio, dovevo dedicargli qualcosa in più nel lavoro».
«In un campionato uno questo lo gioca e l’anno prossimo può non rigiocarlo, funziona così nel calcio. Uno dei veri valori della nostra vita è fare qualcosa per qualcun altro oltre che per te stesso e qui di qualcun altro che ne sono migliaia e migliaia. Da domani bisogna partire, quello che abbiamo davanti è una cosa importante. Se basterà questo entusiasmo a dirci che l’abbiamo vinto non lo so, perché ci sono anche le altre squadre, che sono forti e noi siamo qualche punto dietro, ma che è stato bello viverlo con i nostri tifosi alla fine dobbiamo poterlo dire e ci vuole un atteggiamento corretto, una testa forte, salda, sulla partita che andiamo a giocare».