Pare posseduto dall’eccesso di accademia: per non sbagliare, non osa. Paga l’inesperienza: non ha mai vissuto lo scudetto da favorito. Sbaglia anche la comunicazione
“Se l’Inter è all’altezza dello scudetto, è forse Inzaghi a non essere all’altezza dell’Inter?”.
La domanda se la fa Claudio Savelli su Libero, considerando il cammino dell’Inter, che, dopo l’exploit, ha frenato in classifica e in sette partite ha portato a casa solo 7 punti.
Marotta, scrive, è l’unico che ha sempre puntato e ancora punta allo scudetto.
“Nonostante le difficoltà e le sollecitazioni, Inzaghi non ha mai cambiato registro. E nemmeno la formazione, i cambi, le scelte”.
“Il mister pare posseduto da una sindrome chiara: l’eccesso di accademia. Per non sbagliare, non osa. Le formazioni sono pronosticabili, la tattica è sempre la stessa, le sostituzioni scontate. E se all’andata l’Inter era per certi versi nuova (sopra il lavoro di Conte, Inzaghi ha portato novità), ora è invece conosciuta, studiata. L’antidoto è noto e tutti lo usano. È normale. Non lo è la mancata reazione di Inzaghi. L’impressione è che il mister paghi l’inesperienza nel cammino verso lo scudetto. Non lo ha mai vissuto da favorito, non ne conosce le curve e in esse sta sbandando. Nemmeno Pioli ha mai vinto il tricolore ma lo scorso anno, prima dello strappo di Conte, era lì. Ha preso nota e capito come affrontare i momenti cruciali, le curve di cui sopra”.
Savelli punta il dito anche al modo di comunicare di Inzaghi.
“In ultimo, la comunicazione. Inzaghi non fa danni, ma nemmeno un sano caos che nell’Inter è sempre stato decisivo. Tutti i mister vincenti della storia nerazzurra alzavano polveroni, anche pretestuosi”.
“L’Inter ora avrebbe bisogno di essere messa in discussione, di una scossa, di una svegliata. Non solo ad Appiano ma anche all’esterno. Sia a parole sia nei fatti, con un cambio di modulo, di uomini, di strategia. Se Inzaghi vuole essere da scudetto, deve prima essere da Inter”.