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In Germania ci conoscono: «Invece dello striscione puniranno cori razzisti che avrebbero ignorato»

La Sueddeutsche: “Il Verona ha preso le distanze con un comunicato rituale, dicono sempre le stesse cose e lo striscione manco lo menzionano”

In Germania ci conoscono: «Invece dello striscione puniranno cori razzisti che avrebbero ignorato»

Lo striscione di Verona ha scavallato la piccola bottega italiana. In Germania è l’apertura dello sport della Süddeutsche Zeitung. Che riassume la vicenda financo nella trasposizione storica dell’odio veronese per i napoletani: “Giulietta è ‘na zoccola” in tedesco si dice “Julia ist eine Hure”.

Il giornale tedesco scrive che “si potrebbe anche semplicemente ignorare gli idioti, e spesso questa è la strategia migliore. Ma questa volta?”. No, questa volta no. Il titolo dell’articolo è “L’odio nella città dell’amore”.

Anche in Germania sanno che “gli Ultras dell’Hellas Verona sono famigerati estremisti di destra. Non gli unici in Italia, assolutamente. Ma dei cattivi, sono probabilmente i peggiori“. E sanno che “il Mezzogiorno è una popolare superficie di proiezione per ripicca”. Sempre per curiosità: si dice “territoriale Diskriminierung”.

“A Verona – scrivono – è stato superato un limite ritenuto invalicabile. E come sempre in Italia, quando l’indignazione è facile da condividere, i politici sono in prima fila. In questo caso è intervenuto anche il ministro degli Esteri italiano: Luigi Di Maio, di Pomigliano d’Arco vicino a Napoli”.

lo striscione di Verona sulla Sueddeutsche Zeitung

Ma ci conoscono, in Germania. Non si fanno abbindolare dallo scandalo cocente:

“È molto probabile che la cosa non avrà conseguenze per il club: lo striscione era appeso fuori, davanti al Bentegodi, e non dentro, dove sarebbe stato area di responsabilità del club. Al massimo, a titolo di compensazione ci saranno sanzioni per cori che altrimenti sarebbero stati probabilmente ignorati”.

E lo stesso giornale tedesco non può non notare che “l’Hellas Verona ha preso le distanze” con “un comunicato rituale” nel quale “tirano fuori la stessa cosa ogni volta, e lo striscione non era nemmeno menzionato”.

Lo striscione è diventato una figuraccia internazionale.

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