Il Paìs e lo stravolgimento del portiere: “Oggi si allenano più con i piedi che con le mani”
Del Bosque: "Ormai sembra che se non giochi da dietro vieni licenziato, c'è troppa pressione sull'inizio dell'azione dal portiere"

Mg Milano 21/04/2021 - campionato di calcio serie A / Milan-Sassuolo / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Gianluigi Donnarumma
Il caso Donnarumma, con annesse dichiarazioni di Buffon e Zoff che anche qui abbiamo analizzato, è in apertura dello sport del Pais. Perché è un tema più generale dell’errore del portiere del Psg: non è che si sta esagerando con questa mania di far costruire il gioco da dietro coinvolgendo anche il portiere?
Il quotidiano spagnolo raccoglie un po’ di pareri sull’eccessivo sovradimensionato di questa “moda”. In Spagna, in 48 ore, ci sono stati due casi, dal Bernabéu al Metropolitan, dalla Champions alla Liga. Due errori di passaggio, due gol subiti. Due vittime (Donnarumma e Ledesma) e due carnefici (Benzema e João Félix).
Santi Cañizares, dalla sua esperienza professionale di 23 anni, riflette sulla nuova dimensione.
“Ai miei tempi, usavamo i piedi per toglierci la palla di dosso. Ero un disastro. Lo riconosco. Adesso però è penalizzante non saper giocare con i piedi. Donnarumma non ha preso una buona decisione. Niente di più. Quando sei sotto pressione, non puoi aspettare fino all’ultimo momento per colpire la palla. Poteva succedere a un difensore centrale o a un centrocampista”.
Secondo Cañizares, al gioco con i piedi viene data più importanza di quanto dovrebbe.
“Quello che non si può accettare è che da bambini si allena più il gioco con i piedi che la tecnica di un portiere. I minuti di allenamento sono stati scambiati. Non è normale”.
E anche Vicente del Bosque critica l’obbligo di dover far giocare la palla da dietro con il portiere.
“Sembra che se non giochino così, vengano licenziati. La vita è complicata per i portieri stessi, ma lo è anche per i difensori. (…) L’inizio dell’azione non garantisce che segnerai più gol. È vero che partire da dietro permette di attirare l’avversario e se poi salti la linea di pressione, puoi avanzare più facilmente ma niente di più. Sembra che chi non lo faccia, non sia nella quotidianità della modernità del calcio”.