Gravina elogiò il taglio stipendi della Juve: pensava fosse solidarietà, invece era falso in bilancio

Il presidente Figc sottolineò che tra i giocatori della Juventus era prevalso l'interesse generale. Alla Procura di Torino non la pensano proprio così

Gravina

Db Reggio Emilia 09/04/2019 - amichevole/ Italia-Irlanda femminile / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Gabriele Gravina

Gabriele Gravina si ritrova un po’ come Massimo Troisi quando torna dalla fattucchiera Nuccia Fumo per chiederle conto del fatto che sì Francesca Neri è tornata con lui ma lui non la ama più. È una della scene clou di “Pensavo fosse amore, invece era un calesse”. Ecco, due anni dopo, e alla vigilia di un match fondamentale, il presidente della Figc deve prendere atto che forse due anni orsono si fece prendere un po’ la mano nello sdilinquirsi di fronte all’accordo tra Juventus e calciatori per il taglio di quattro stipendi.

Unità e solidarietà sono fondamentali in questa emergenza e solo con il contributo di tutti renderemo il calcio più forte. Ringrazio Giorgio Chiellini, i suoi compagni e Maurizio Sarri perché nel solco della collaborazione che la Federazione auspica da giorni hanno posto l’interesse generale al centro della loro interlocuzione con la società.

Dichiarazioni che – va da sé – andarono di pari passo con editoriali di giornaloni. Chissà cosa ne pensa ora Gravina visto che per la Procura di Torino quegli stipendi in realtà furono comunque pagati ma non inseriti in bilancio. Ovviamente si tratta di un’accusa, vedremo cosa emergerà. Al momento il titolo ci sembra: pensavo fosse solidarietà, invece era falso in bilancio.

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