ilNapolista

Dallo stadio al fronte: gli ultras neonazisti del Metalist combattono i russi a Mariupol

Sul Domani la storia del “battaglione Azov”: un gruppo paramilitare di violentissimi tifosi accusati in passato di crimini di guerra

Dallo stadio al fronte: gli ultras neonazisti del Metalist combattono i russi a Mariupol

Lo aveva già raccontato L’Equipe: gli ultras del calcio in Ucraina erano già in guerra prima ancora che scoppiasse. Lo sono dal 2014, almeno. E infatti i russi hanno un piano per eliminarli, con liste di nomi da far sparire. Il Domani (ripreso da Calcio e Finanza) racconta la campagna del “battaglione Azov” a Mariupol.  Il “battaglione Azov” è un reparto militare ucraino fatto di ultrà, di ispirazione dichiaratamente neonazista, in questi giorni si è piazzato a difesa della città portuale sotto assedio dei russi.

Nato nel maggio del 2014 dalla fusione di due gruppi paramilitari provenienti dalla galassia dell’estrema destra ucraina, il reparto è stato fondato da Andriy Biletsky, un militante dichiaratamente neonazista. E’ formato da circa 2mila persone, che diventano circa 10mila aggiungendo le altre organizzazioni legate al gruppo. E’ figlio di uno dei gruppi più violenti degli ultras del Metalist Kharkiv (club nel quale giocò per una stagione anche il Papu Gomez).

Il capo, Andriy Biletsky è un ex-militare noto come “Fuhrer bianco”, che si presenta come difensore dell’arianità della razza Ucraina ma soprattutto all’epoca a capo di “Setta 82”, un gruppo dominante degli ultras del Metalist Kharkiv.

La fortuna del battaglione Azov – scrive Calcio e Finanza – si deve soprattutto ad Arsen Avakov, industriale ucraino e ministro dell’Interno sotto tre differenti governi tra il 2014 e il 2021. Negli anni che hanno fatto seguito alla rivoluzione di Euromaidan del 2013-2014, l’uomo ha sponsorizzato la creazione di battaglioni di volontari con cui integrare le deboli forze regolari ucraine. Tra questi c’è proprio lo stesso battaglione Azov. È stato Avakov a spingere per l’integrazione dell’Azov nella guardia nazionale, trasformandolo così in una forza regolare dell’esercito ucraino”.

Avakov e il battaglione Azov sono finiti sotto accusa dell’ufficio dell’Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni unite per crimini di guerra durante il conflitto in Ucraina orientale, compreso il bombardamento ingiustificato di aree densamente abitate, torture e uccisioni.

Con l’attuale presidente Volodymyr Zelensky il battaglione ha iniziato a essere trattato come un gruppo estremista e pericoloso: i suoi account social sono stati rimossi.

ilnapolista © riproduzione riservata