Bruno Conti: «La Roma è stata la mia vita, ma per il Napoli di Maradona un pensiero l’ho fatto» 

«Prima di ogni Roma-Napoli, Maradona mi sussurrava: vieni a Napoli da me. Non ho mai dato retta a quel meraviglioso fratellino di calcio»

bruno conti

Il Messaggero intervista Bruno Conti, storica bandiera della Roma. Ha appena pubblicato la sua autobiografia, “Un gioco da ragazzi”. Racconta che ha sentito il desiderio di raccontare la sua vita vera, fatta di sacrifici e di umiltà, di regalare un omaggio ai suoi genitori e mandare un messaggio ai giovani.

«che il calcio non è solo soldi e fama, ma rinunce, sacrifici, bocciature. Quando cadi devi saperti rialzare».

Parla delle differenze tra il calcio dei suoi tempi e quello di oggi.

«Si sono persi i valori. Non dico sia migliore un’epoca rispetto a un’altra. La vita si evolve, va avanti. Ora ci sono gli algoritmi, è tutto molto più freddo. Si è perso lo spirito del gioco, il nostro era un calcio più semplice. Ci si divertiva di più. A noi non piaceva perdere mai durante la settimana, litigavamo pure, sai le liti con Nela, con Falcao. C’era un contatto umano ma poi finiva tutto. Oggi i ragazzi stanno a testa bassa sui social, sempre col telefono in mano, sono isolati. Si stava più insieme prima. Oggi non c’è dialogo. Quando sono a tavola con i miei nipoti, non consento che usino il cellulare. E’ una questione di educazione».

Gli chiedono dove gli sarebbe piaciuto giocare se la Roma non fosse esistita. Parla del Napoli.

«La Roma è stata la mia vita, ma non nascondo che per il Napoli di Maradona un pensiero l’ho fatto. Napoli era l’ideale in quel momento. Ma sono contento così».

Ne parla anche in un’intervista a Libero, anche di oggi.

«Prima di ogni Roma-Napoli, Maradona mi sussurrava: vieni a Napoli, vieni a Napoli da me. Non ho mai dato retta a quel meraviglioso fratellino di calcio. Una volta gli sorrisi: Diego, come potrei? Prova a leggere la parola Roma al contrario…»

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