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Zoff: «Si parla tanto di portieri bravi con i piedi, ma che me ne faccio di un portiere che non sa parare?» 

Al Messaggero: «Il Var ha stravolto il calcio, dimenticando che è uno sport di contatto. Le mie dimissioni da ct furono un gesto rivoluzionario» 

Zoff: «Si parla tanto di portieri bravi con i piedi, ma che me ne faccio di un portiere che non sa parare?» 
Db Pescara 11/10/2011 - qualificazione Euro 2012 / Italia-Irlanda del Nord / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Dino Zoff

Il Messaggero intervista Dino Zoff. Il 28 febbraio compirà 80 anni. Si guarda indietro.

«Fare il calciatore non rientrava nei principi di famiglia, ma poi ho seguito la mia strada e ho cercato di dare il meglio di me stesso. Tenere i piedi a terra è stato fondamentale. Una volta cercai di giustificare un gol che avevo preso affermando “non mi aspettavo il tiro”. Mio padre mi disse “fai il portiere, mica il farmacista”. Quando si festeggiava qualcosa e si usciva dalla discoteca all’alba, mi vergognavo guardando la gente che andava a lavorare».

Parla delle sue dimissioni da commissario tecnico della Nazionale dopo le critiche di Berlusconi.

«Le frasi di Berlusconi dopo la finale europea persa con la Francia andarono oltre i confini della critica. Non potevo continuare a essere il ct della nazionale. Quelle dimissioni, in un paese in cui nessuno si fa da parte, furono un gesto rivoluzionario».

Che cosa segue in tv?

«La serie A, la Premier, l’atletica leggera, il rugby. La palla ovale è la disciplina più allineata al mio concetto di fair play. Nel calcio non ci siamo. In Italia al primo contatto, tutti per terra. Gli arbitri fischiano e le gare sono spezzettate. Il Var ha peggiorato la situazione, dimenticando che il football è uno sport di contatto. In Inghilterra è diverso. I giocatori restano di più in piedi e la partita procede spedita. Attenzione però, io non sono contro il Var, ma ritengo che andrebbe usato nei casi eclatanti come il fuorigioco o negli episodi non chiari in area. Una soluzione per bilanciare la situazione potrebbe essere quella del tempo effettivo».

Gli chiedono quali siano, per lui, i migliori portieri italiani del momento.

«Donnarumma e Meret. Ecco, anche qui ho una cosa da dire: a forza di parlare di portieri bravi con i piedi si rischia di dimenticare l’abc del mestiere, ovvero le mani. Che cosa me ne faccio di un portiere che non sa parare?».

Su Maradona:

«Maradona non era un calciatore: era un artista».

Infine sulla parata sul colpo di testa di Oscar nella gara con il Brasile, nel 1982:

«In un millesimo di secondo, in quel momento temetti che si ripetesse quanto accaduto una volta contro la Romania, quando concessero agli avversari il gol, ma il pallone non era entrato».

 

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