Barbano: la Lega Serie A è come il Parlamento ma non ha un Mattarella che li salvi
Sul CorSport. La Lega Serie A è peggio di un'assemblea di condominio. Vogliono il potere di veto su tutto, questo li rassicura

Mg Roma 20/06/2021 - Euro 2020 / Italia-Galles / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Gabriele Gravina-Paolo Dal Pino
Sul Corriere dello Sport Alessandro Barbano commenta la figuraccia fatta dalla Lega Serie A nella gestione della questione della modifica allo statuto relativa alle maggioranze, come richiesto da Gravina. Con l’invio a Malagò e Vezzali di una lettera di sfiducia al presidente della Figc preparata in sostanza da Lotito, che ha naturalmente scatenato l’ira di Gravina.
“C’è una sola cosa su cui i presidenti di A sono d’accordo: è il fatto di non essere d’accordo su nulla. Il paradosso spiega la scelta di difendere la maggioranza qualificata dei due terzi per assumere qualunque delibera. È l’acume della divisività o, se preferite, un’orgogliosa esibizione di impotenza. Siccome nessuno vuole farsi imporre dagli altri alcunché, ciascuno si sente garantito dal fatto che una minoranza di sette club possa bloccare la volontà di una maggioranza di tredici. In perfetta consonanza con la figuraccia offerta dalla politica in una settimana quirinalizia da dimenticare, il calcio s’intesta il manifesto della democrazia ostativa, che ha nel potere di veto il suo lessico e la sua grammatica. E finisce puntualmente ostaggio di se stesso. Con un’aggravante rispetto alla politica: mentre questa trova riparo alle sue convulsioni sotto l’ombrello istituzionale di Sergio Mattarella, la classe dirigente del calcio non riconosce alcuna necessità istituzionale, poiché è narcisisticamente gelosa della sua caotica anarchia. Anzi, sconfessa e contesta la Federazione, che le chiede di conformarsi al principio della maggioranza assoluta”.
La colpa di Gravina, agli occhi dei club, è di violare l’autonomia corporativa “imponendo regole di efficienza e di buon senso contro la litigiosità del sistema”.
A questo punto non basta più definire la lega come un’assemblea di condominio.
“Chi a questo punto, per raccontare la Lega, evoca l’immagine di un’assemblea di condominio, sbaglia per difetto. Persino i condomini, invogliati dal superbonus, sono riusciti a mettersi d’accordo su qualcosa”.