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Vezzali: «La crisi del calcio è antecedente al Covid. Non si possono solo invocare i ristori»

Al Sole 24 Ore: «Studiamo la possibilità di ampliare fino a 20 mesi la sospensione di ritenute Irpef e contributi Inps. Scommesse? Il divieto è da riformulare»

Vezzali: «La crisi del calcio è antecedente al Covid. Non si possono solo invocare i ristori»
Db Milano 23/05/2021 - campionato di calcio serie A / Inter-Udinese / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Valentina Vezzali-Paolo Dal Pino

Il Sole 24 Ore intervista il Sottosegretario allo Sport, Valentina Vezzali. Il mondo del calcio si lamenta degli scarsi aiuti ricevuti dal Governo, continua ad invocare ristori.

«Una premessa: il calcio italiano è un pilastro dello sport italiano, e non è solo quello super professionistico della serie A, dentro cui pure viaggiano realtà diverse. Ma l’attenzione del Governo deve essere rivolta a tutto lo sport e alle difficoltà che sta affrontando. Riguardo al calcio siamo intervenuti, pur nelle oggettive e gravi difficoltà del momento con il credito d’imposta del 50% sulle sponsorizzazioni e con i ristori sui tamponi e altre spese sanitarie. Non dimentico poi le misure di cui hanno usufruito i club nel “Decreto Crescita” e in quello degli “impatriati”, oltre alle agevolazioni sulle imposte. Prima con la legge 178/20 che prevedeva rate in 24 mesi, poi con la Legge di Bilancio per i primi 4 mesi del 2022 e una rateizzazione in 7 mesi. Aggiungo che è allo studio la possibilità di ampliare l’arco temporale fino a 20 mesi. Lo sport, e il calcio, non devono però dimenticare come la crisi sia antecedente al Covid. Non si possono solo invocare aiuti di Stato. Il Governo e la politica possono spingere sull’acceleratore, ma per un
reale cambio di passo, c’è bisogno che anche il calcio cominci a correre».

Sul divieto di betting:

«Non voglio andare contro la sensibilità di chi nei governi precedenti ha istituito questo divieto, però constato che non ha sortito gli effetti sperati. Penso che, date le circostanze, possa essere ragionevole ipotizzare una diversa e costruttiva regolamentazione che, mantenendo ferma la lotta alla ludopatia, consenta di sfruttare quei budget che comunque sono destinati ai club. Penso che si debba intervenire sul diritto di immagine usato dai concessionari, tant’è che al tavolo ci sarà l’agenzia dei Monopoli».

Quali riforme si aspetta che il mondo del calcio porti al tavolo ?

«Vorrei essere di impulso all’attuazione di temi sui quali riscontro resistenze ma che sono ben presenti a tutti e che, peraltro, sono anche presenti nel programma del Presidente Gravina: riforme dei campionati, sostenibilità, licenze, controlli e trasparenza dei bilanci e nelle partecipazioni societarie, flessibilità contrattuale con tetti salariali e budget, un freno alle commissioni dei procuratori, contenimento dei costi. Vogliamo, tutti insieme, realizzare il gol della vittoria, ma per farlo c’è bisogno di azioni concrete».

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