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L’Unità e l’esonero di Di Marzio alla 2a giornata: «Ferlaino vuole il nome per gli abbonamenti, torna Vinicio»

Cronache del 1978. «Ferlaino si è servito di lui per sbrogliare la grana Juliano (venduto al Bologna) e poi lo ha cacciato. Il primo anno Di Marzio centrò qualificazione Uefa e finale di Coppa Italia»

L’Unità e l’esonero di Di Marzio alla 2a giornata: «Ferlaino vuole il nome per gli abbonamenti, torna Vinicio»

Gianni Di Marzio è stato allenatore del Napoli nella stagione 77-78 e per due giornate del campionato successivo quando fu esonerato da Ferlaino dopo aver ottenuto una vittoria contro l’Ascoli e una sconfitta per 2-1 a Firenze contro la Fiorentina.

Il quotidiano L’Unità raccontò con dovizia di particolari l’esonero.

Quando il Napoli esonerò Di Marzio.
Tratto dall’articolo de L’Unità del 10 ottobre 1978

Siamo dunque alle solite. Avendo praticamente terminato il suo compito, ancora una volta un allenatore, comodo e ormai istituzionalizzato capro espiatorio di tutte le situazioni, è stato messo bruscamente alla porta dalla sua società. Nel caso di Di Marzio questa logica è ancora più lampante. In effetti dopo l’opaca esperienza di Pesaola e dopo il progressivo logoramento atletico di molti giocatori, il Napoli aveva bisogno di un allenatore spregiudicato e coraggioso in grado di operare la necessaria “rivoluzione”. Ha trovato l’anno scorso Di Marzio che molto ingenuamente è cascato nella trappola. Ha rivoluzionato la squadra con otto elementi, molti dei quali di primo pelo per la Serie A, e ha ottenuto per altro il sesto posto che è valso alla squadra la qualificazione alla Coppa Uefa e inoltre una finalissima di Coppa Italia.

Ma la sua opera, evidentemente, non doveva ritenersi conclusa e quindi è stato confermato anche per quest’anno. C’era, infatti, da risolvere il problema Juliano (che quell’anno fu venduto al Bologna, ndr). Quanti allenatori – ci domandiamo – avrebbero avuto il coraggio di risolverlo come ha fatto Di Marzio? Ma il buon Gianni, forse ingenuamente, c’è cascato per la seconda volta. Il prezzo del dopo Juliano – evidentemente – doveva essere nei piani, ma a Di Marzio probabilmente hanno fatto credere che a pagarlo non sarebbe stato solo lui. Come? Con la “pillola” del programma triennale sul quale lo stesso Di Marzio, fin dall’inizio, aveva impostato il proprio lavoro.

Ciò che maggiormente lascia amareggiati per questo “golpe” attuato ieri a Via Crispi è l’assurda, disonesta e “fuffaiola” logica che fa dell’allenatore l’unico capro espiatorio di errori non sempre a lui addebitabili. È questa la logica che crea la vendita di fumo ai tifosi e che innalza cortine fumogene su colpe altrui. Che si sia trattato di un piano premeditato non ci sono dubbi. Assurdo, infatti, pensare che si possa giungere al siluramento di un tecnico alla seconda giornata di campionato, vale a dire a stagione appena Iniziata quando, cioè, molte squadre sono ancora lontane dal raggiungimento della condizione migliore.

È stato, quindi, tutto ben calcolato fin dall’inizio o meglio da quando la campagna abbonamenti ha cominciato a dar segni di non sortire gli effetti sperati dalla società. Ferlaino è un industriale e i suoi conti li sa fare. Nessuno gli contesterà che il ritorno di Vinicio – è questo il nome ricorrente – starà ad indicare qualche centinaio di milioni in più nelle casse sociali per il fascino che ancora esercita sul pubblico il personaggio, ma, a questo punto, ci domandiamo: si è trattato solo di un’operazione economica? Se sì, ed è quello che temiamo, i rischi di tornare a prendere per i fondelli il generoso e in parte ingenuo pubblico napoletano ci sono, e sono molti. Se, invece, la questione è anche tecnica, esterniamo le nostre perplessità in quanto con una squadra già preparata e impostata, non sappiamo quali risultati sarà in grado di ottenere il successore di Di Marzio. E i dubbi in merito aumentano se si tratterà – come si sostiene – effettivamente di Vinicio. Il brasiliano, infatti, come è noto, ha la prerogativa di plasmare i suoi uomini soprattutto attraverso una personalissima preparazione. A questo punto è proprio il caso di dire chi vivrà, vedrà.

Il giorno dopo, 11 ottobre, il resoconto della presentazione di Vinicio, sempre da L’Unità 

Un ritorno, quello del tecnico brasiliano, frutto di una operazione – di cui per altro il nostro giornale denunciò l’esistenza – da lungo tempo studiata e preparata dal massimi responsabili della società. Un ritorno che secondo i calcoli di Ferlaino e soci dovrebbe portare qualche centinaio di milioni in più nelle casse sociali. Questa la vera sostanza del siluramento di Di Marzio e del richiamo alla base di Vinicio. I frutti sotto l’aspetto economico, in verità, non sono tardati ad arrivare. Contro i 5 milioni e 130mila lire incassati durante la settimana scorsa e contro i due soli abbonamenti venduti nella giornata di lunedì, nella mattinata di ieri, dalle ore 9 alle 11,30 sono stati venduti 116 abbonamenti pari ad un importo di lire 5.450.000. Un’operazione, dunque, che almeno sotto il profilo economico sembra già essere bene avviata. Una rivincita anche per Ferlaino che contro il forte ingaggio richiesto dal tecnico brasiliano tra anni fa. Quest’anno, con una cifra che oscilla, a quanto si dice, intorno ai 40 milioni, ha potuto nuovamente assicurarsi le prestazioni del tecnico.

Ritiene giusto – gli è stato chiesto – che un allenatore possa essere licenziato dopo appena due giornate di campionato?
«Essendo anche io allenatore, mi sembra sbagliato. Ma non posso entrare nel merito perché queste decisioni non dipendono da me. Per quel che è accaduto posso dire che ero un professionista disoccupato al quale hanno fatto un’offerta di lavoro, naturalmente non potevo rifiutarla».

 

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