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La Salernitana come il Napoli, sconfitta a tavolino con sentenza copia e incolla

Il Giudice Sportivo è rimasto ai provvedimenti di Sandulli: chi siete? Quanti siete? Un fiorino. Come se il precedente di Juve-Napoli non fosse mai esistito

La Salernitana come il Napoli, sconfitta a tavolino con sentenza copia e incolla
Firenze 11/12/2021 - campionato di calcio serie A / Fiorentina-Salernitana / foto Image Sport nella foto: tifosi Salernitana

Le motivazioni in ostinato gergo giurisprudenziale che il Giudice Sportivo ha scritto per giustificare la sconfitta a tavolino della Salernitana sono un editoriale sul calcio italiano. Basta tradurle e contestualizzarle, ma dentro c’è tutto: distacco dalla realtà, negazione del passato, traballante “pugnodurismo”, masochismo legale, ostinazione patologica.

Il motivo per cui i giornali sportivi non traboccano di stupore è che, ovviamente, Udinese-Salernitana non è Juventus-Napoli. Per cui la reiterazione, quasi in copia-incolla, dello stesso schema illogico che portò prima alla sconfitta a tavolino del Napoli e poi alla ripetizione della partita dopo tre gradi di giudizio, passa per lo più inosservato. Come se fosse una roba già vista, noiosa, dall’esito scontato. Ma sul punto il calcio italiano è fermo a due anni fa: si muove con lo stesso grimaldello di cartone, cercando di far valere principi già saldati dalla storia ancor più che dalla prassi giuridica. E rilancia il tormentone dei “furbetti del protocollo” rimestando nel torbido di accuse esplicite di “slealtà sportiva”, con utilizzo doloso delle Asl.

E’ incredibile, ma siamo ancora lì: pare di rileggere le violente sentenze di Sandulli. Stessa banale, puerile contrapposizione di valutazioni di merito. La Giustizia Sportiva non hai mai elaborato la fase del capriccio un po’ isterico, batte i piedi, non ci sta. E’ il giorno della marmotta.

E dunque ci tocca leggere che la Salernitana “al di là della prevedibilità dell’evento”, non ha “sperimentato tutte le possibilità che gli si offrivano per ovviare anche preventivamente alla intimazione della pubblica autorità e dunque adempiere alla propria prestazione“. Cioé? Secondo Mastrandrea il club, bloccato dall’Asl, avrebbe sbagliato a prevedere la trasferta a Udine con un volo di linea. Doveva prenotare un charter. Testuale.

Fa niente che poi con “provvedimento finale n. 1145U della ASL di Salerno, recante la sospensione dell’attività della squadra e della partecipazione ad aventi sportivi, unitamente all’isolamento obbligatorio dei soggetti positivi e all’osservanza della quarantena per tutti i contatti stretti” la Salernitana non avrebbe comunque potuto giocare a Udine. Al Giudice non importa. Perché era una situazione “prevedibile”. Se avessero raggiunto Udine in torpedone forse il Giudice avrebbe preso per buone le intenzioni della società, chissà. Nel sacrificio c’è la redenzione, o almeno un’attenuante.

Mentre la Salernitana prepara il ricorso alla Corte d’Appello Federale, e poi eventualmente al Collegio di Garanzia del Coni – vi ricorda qualcosa questa trafila? – è successo di tutto. La Lega s’era fatta un protocollo anti-Asl che il governo ha accartocciato in una decina di giorni per farne un altro più ragionevole. Sono intervenuti i Tar a ricondurre le Asl entro perimetri meno soggettivi. Ma una cosa non è cambiata: la pretesa del calcio di forzare sulla carta principi già passati in giudicato. Le motivazioni di Udinese-Salernitana sono una copia conforme di quelle addotte – e ribaltate – in primo e secondo grado contro il Napoli. Dopo due anni un sistema “intelligente” si sarebbe adattato, ma no: siamo andati a sbattere la prima volta, e andiamo a sbattere di nuovo. Si muovono come robot inceppati. Chi siete? Quanti siete? Dove andate? Un fiorino! Magari – avranno pensato – stavolta ce la passano per buona: chi se ne frega della Salernitana?

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