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D’Ambrosio: «Avevo due offerte importanti, ma ho aspettato l’Inter abbassandomi l’ingaggio» 

Alla Gazzetta: «Gioco di meno? Siamo pagati per allenarci, non per fare domande. Lukaku? Per noi è passato, conta solo l’Inter di oggi»

D’Ambrosio: «Avevo due offerte importanti, ma ho aspettato l’Inter abbassandomi l’ingaggio» 
Mg Lugano (Svizzera) 17/07/2021 - amichevole / Lugano-Inter / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Danilo D'Ambrosio

Sulla Gazzetta dello Sport un’intervista a Danilo D’Ambrosio, difensore dell’Inter e della Nazionale italiana. Anche lui, come i compagni, parla della maggiore libertà in campo concessa da Simone Inzaghi rispetto a Conte.

«È cambiato il modo di giocare, siamo più liberi tatticamente e ci è concesso di fare scelte diverse rispetto a quelle provate in allenamento, ma solo il risultato ti aiuta a giocare col sorriso».

La sua storia nell’Inter è lunga.

«Io, Handa e Ranocchia, che abbiamo visto il buio, apprezziamo di più proprio perché abbiamo vissuto sulla pelle certi momenti. Io ho visto San Siro andare via per protesta e ora lo sento cantare il mio nome. L’essere partiti da lì e arrivati qua è una felicità doppia».

Nelle ultime due stagioni il suo utilizzo è un po’ calato.

«La vita è questione di equilibrio, prima lo trovi, meglio stai. Noi siamo pagati per allenarci, non per fare domande. Lo pensavo quando giocavo 40 gare all’anno e lo penso adesso che ne gioco 20. Quindi, no, non mi pesa».

In estate il suo futuro in nerazzurro sembrava in bilico.

«Il mio contratto scadeva e, causa Covid, c’era incertezza attorno. Era indelicato pure parlare di rinnovo. In quel momento due club mi hanno fatto offerte importanti, ma io ho aspettato fino all’ultimo che l’Inter si rialzasse e ho scelto di abbassarmi l’ingaggio perché questi colori sono la mia priorità. Il mio sogno è chiudere la carriera qua».

Su Lukaku e l’intervista a Sky:

«Posso dire che ognuno è libero di dichiarare ciò che vuole e ogni parola ha sempre una conseguenza. Per noi ieri è passato e domani è futuro: conta solo il presente. Conta l’oggi, l’Inter di oggi».

Lo riprendereste?

«Si tratta di una domanda per Marotta o Ausilio. Non è un argomento di conversazione tra noi giocatori».

 

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