Alla Gazzetta: «Mi interessano le sue caratteristiche. In ufficio ho un post-it con i principi di gioco da seguire, lo chiamiamo la Bibbia»
La Gazzetta dello Sport intervista l’allenatore dell’Empoli, Aurelio Andreazzoli. Racconta del post-it attaccato alle pareti del suo ufficio, con i principi di gioco che ritiene fondamentali, lo chiama la Bibbia.
«Appeso nel mio ufficio c’è un post-it con i cinque principi della fase di possesso (scaglionamento offensivo, penetrazione, ampiezza, mobilità, imprevedibilità) e i cinque della fase di non possesso (scaglionamento difensivo, azione ritardatrice, concentrazione, controllo e limitazione, equilibrio). Ma non mi sono inventato nulla: li ho imparati a Coverciano. La teoria del corso allenatori è imprescindibile. È come il greco per gli studenti del Liceo Classico: te lo porti sempre dentro. Il calcio è una materia molto complessa che necessita di teoria. Il gioco va dietro allo sviluppo dei principi. Il post-it mi aiuta a interrogarmi: magari uno degli aspetti ha bisogno di un ripasso. Sa come chiamiamo quel post-it? La Bibbia. In campo ti puoi adattare alle situazioni, ma senza rinunciare ai principi. I giocatori hanno un copione da seguire e anche la libertà di interpretarlo esprimendo le proprie caratteristiche: una libertà condizionata…».
Gli viene chiesto come fa a tenersi aggiornato. Risponde:
«Mi aggiornano i miei bravissimi collaboratori. Le confesso una cosa: io guardo poche partite e non conosco tutti i giocatori. Per me il calciatore è una pedina: mi interessano le sue caratteristiche. Però mi piace molto allenare, stare con la squadra, vedere se sono capace di portarmela dietro e di trasmettere il mio pensiero rendendolo pratico».