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«Perché dovremmo ringraziare il calcio che paga tasse e stipendi, come dice Gravina?»

La risposta su Fb di Flavio Tranquillo alla solita litania vittimistica del presidente della Figc sulla povera “industria” del pallone penalizzata da inchieste e politica

«Perché dovremmo ringraziare il calcio che paga tasse e stipendi, come dice Gravina?»
Mg Roma 20/06/2021 - Euro 2020 / Italia-Galles / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Gabriele Gravina-Paolo Dal Pino

Ogni volta che qualcuno prova a criticare – figurarsi a mettere sotto inchiesta – il comportamento della Federcalcio, della Serie A e del calcio italiano in generale, scatta un riflesso condizionato: i suddetti si impermalosiscono, e partono con la litania della “grande industria” penalizzata dalla politica. Il passo successivo è a scatto fisso: “Dovrebbero ringraziarci”.

E così il Presidente della Figc Gravina ha tenuto fede alla tradizione dettando la seguente dichiarazione:

“In questi mesi i club si sono accollati molti oneri e non hanno avuto nessun aiuto, hanno perso introiti importanti. Basti pensare solo ai 22 milioni di spettatori in meno con gli stadi chiusi. Nonostante tutto, il calcio è ripartito insieme con 12 settori merceologici, assicurando 1,2 miliardi di gettito fiscale. Avrebbe meritato un grazie vista l’emergenza, i club hanno pagato tutti gli stipendi che potevano. Non voglio sostituirmi alla magistratura ma è giusto precisare queste cose. Per ogni euro di contributo dato al nostro mondo, è stato restituito 17 volte tanto”.

Su Facebook ha risposto, in tre punti, Flavio Tranquillo, popolare giornalista del basket di Sky. Che in quanto “specialista” di un altro sport, s’è evidentemente  un po’ scocciato del refrain del pallone.

Delle parole di Gravina, scrive Tranquillo, “fatico a capire appieno tre cose.
1) Come si intersechino (sempre che non siano capitati per caso dentro la stessa frase) il rispetto degli obblighi fiscali e l’articolo 112 della Costituzione, al di là di essere due elementari doveri del cittadino-contribuente e del cittadino-magistrato.
2) Quale sia la sua idea di imprenditore sportivo (e perché, nel caso, questo imprenditore debba essere ringraziato se fa attività imprenditoriale)
3) che indicazioni dia, in termini di analisi economica o (peggio ancora) di equità tributaria, il rapporto tra le tasse versate da un’impresa privata e i contributi erogati dallo Stato al settore di cui fa parte, onde poter dedurre quali considerazioni possa o debba suggerirci il fatto che quel rapporto (che non mi pare sia compreso fra quelli oggetto di studio da parte della scienza delle finanze) sia 1:17″.

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