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No, i calciatori non sciopereranno contro la “discriminazione fiscale”

Calcagno a Radio Punto Nuovo: “Decreto Crescita resta una norma che falsa il nostro mercato, non solo a scapito degli italiani”

No, i calciatori non sciopereranno contro la “discriminazione fiscale”
Db Torino 14/08/2021 - amichevole / Juventus-Atalanta / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Cristiano Ronaldo

A Radio Punto Nuovo, è intervenuto Umberto Calcagno, presidente del sindacato dei calciatori, l’AIC. Si è parlato in questi giorni di possibile sciopero dei giocatori italiani per “discriminazione fiscale“, riferendosi al Decreto Crescita nel calcio.  Ne ha scritto il Corriere dello Sport. Calcagno dice che non hanno intenzione di fare alcuno sciopero:

“Lo sciopero non è in cantiere, c’è un’interlocuzione con le autorità governative per riequilibrare le storture menzionate. Ci stiamo interessando da tempo del problema ed è un problema di sistema. Il grande exploit fatto dalla Nazionale agli Europei ci dimostra quanto sia importante avere vivai nazionali di livello. Abbiamo tante leggi e risorse per il nostro mondo proprio per l’utilizzo dei calciatori selezionabili. Dall’altro lato, è giusto preservare il livello delle competizioni. Non vogliamo impedire che il grande calciatore possa venire in Italia, ci interessa che, ad esempio, anche il mercato in Serie B vede percentuali di stranieri ben superiori ai campionati scorsi. Da un lato, nessuno contrastare la libera circolazione delle persone, ma c’è una norma che oggettivamente crea un risparmio fiscale tale da falsare il nostro mercato, non solo a scapito degli italiani, ma anche degli stranieri che già sono in Italia”.

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