Al Corriere della Sera: «Mentana mi chiamò al Tg5, ci pensai tutta la notte, ma il Tg1 per me era un sentimento, non un lavoro»

Il Corriere della Sera intervista Vincenzo Mollica, 68 anni, al Tg1 dal 1980 fino al 1 marzo 2020, quando è andato in pensione. Appassionato di fumetti, pittura, musica e cinema, racconta i tanti personaggi che ha intervistato, tra cui Franco Battiato, scomparso a maggio di quest’anno.
«L’ultima volta che ho intervistato Battiato gli parlai della vista che mi abbandonava e lui mi sfiorò con un dito l’occhio che funzionicchiava e disse: Vincenzo, bisogna affrontare tutto con semplicità».
E’ stato sul punto di passare a Mediaset.
«Me lo chiese Mentana, quando lasciò la Rai per fondare il Tg5: Mimun e Sposini avevano già accettato. Io mi confrontai con Rosemari e poi con Fellini e Arbore. Tutti mi dissero la stessa cosa: devi fare quello che ti senti. Ci pensai una notte intera e decisi di restare, perché per me il Tg1 non è mai stato un luogo di lavoro, ma un sentimento».
Pensa mai alla morte?
«Ci penso, non con ribalderia, ma come a un evento che deve essere naturale e che mi sorprenderà».
E in Paradiso gli piacerebbe intervistare qualcuno:
«Stanlio e Ollio, i due poeti della comicità. E Charlot, il patriarca del cinema: lui ne ha gettato le fondamenta, Fellini ha insegnato al mondo che nulla si sa, tutto si immagina».