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Legia-Napoli 1-4, pagelle / We have a dream: Spalletti marchese del Grillo

Kalidou è Robe di Kappa Kappa, la Polonia risveglia Zielinski, Petagna il gigante buono, e poi Luciano: abbiamo un allenatore, che abisso coi populisti di casa nostra

Legia-Napoli 1-4, pagelle / We have a dream: Spalletti marchese del Grillo

Le pagelle di Legia Varsavia-Napoli 1-4 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia

MERET. La rete polacca, e anche il palo a inizio ripresa, sono accidenti aristotelici che non intaccano l’essenza della partita. Per il resto il Legia latita nella metà campo azzurra e sul nostro amato Meret non c’è nulla da dire – 6

Sul gol del Legia non può nulla. Deve dire grazie ad un salvifico legno, per il resto nulla da dichiarare – 6

DI LORENZO. Quando si gioca a senso unico, l’Euroappuntato ripete lo stesso copione vincente e fa l’esterno aggiunto – 6,5

Si gioca soprattutto sul suo lato. Sorprende l’assenza totale del benché minimo segno di stanchezza, anche dopo tante partite da titolare. Per me è straordinario – 7

RRAHMANI. L’accidente polacco dell’uno a zero è favorito da un’amnesia collettiva che coinvolge soprattutto lui. E alla fine potrebbe pure segnare, con la sua specialità: la cabeza – 6

Peccato per quel sonnellino che ci è costato il gol – 6

KOULIBALY. Sono almeno tre partite che il Comandante Capitano non lesina interventi da manuale, una sorta di dispensa accademica per i difensori di domani. Titolo: Robe di Kappa Kappa. Come quello al 57’ su Kastrati – 7

Preciso in difesa e propositivo in attacco con lanci chirurgici per chi è deputato a segnare – 6,5 

JUAN JESUS. Lo ammetto Ilaria, di JJ ho immagini disastrose soprattutto con la maglia giallorossa (a proposito stasera è la seconda volta, dopo il Leicester, che il Napule gioca con l’inguardabile completo romanista, rosso con bordini giallo oro) ed è per questo che stasera ho apprezzato la sua prudenza, talvolta eccessiva. Non solo. Gli riescono pure un paio di efficaci sortite offensive – 6

Meglio non osare e restare sul pezzo che commettere sciocchezze. La mia impressione è che Juan Jesus stia prendendo le misure, Fabrizio, ma che possa ancora crescere. Dobbiamo riconoscergli la precisione dei servizi ai compagni, una cosa che mi è piaciuta molto. Come la maglia giallorossa, lo ammetto – 6 

DEMME. Il geometra calabro-teutonico si veste con la consueta umiltà da faticatore e fa la cerniera tra il Comandante e il Marziano Frank – 6,5

Non eccede, lascia che a farlo (e ad assumersi le responsabilità maggiori) sia Anguissa. La condizione non è ancora delle migliori, ma non commette alcun errore – 6

LOBOTKA dal 65’. Si rivede anche lui a Varsavia. Era un po’ che mancava. E vigila con la massima serenità – 6

Era chiamato a gestire, lo ha fatto – 6

ANGUISSA. C’è un’immagine che ci dice tutto della sua forza e della sua classe. Al 18’ va a colpire di testa nell’area polacca, pochi secondi dopo è già nella sua, di area, per un recupero difensivo. E’ il dominatore incontrastato del centro. Ancora una volta – 7

La sensazione è che sia un faro, una guida per il gruppo. I compagni si fidano di lui, lo cercano, gli affidano le responsabilità principali, gode la loro fiducia incontrastata. Il carattere che ha Frank è monumentale. La sua presenza fisica e la classe fanno il resto – 7 

LOZANO. El Tav sta tornando in sé e dimostra perché merita di essere titolare. Lì a destra, il suo repertorio non è mai scontato e le sue giocate sono imprevedibili. E si merita tutto il gol che gli offre il gigante buono alias Petagnone – 7

La bellezza del calcio è nella sua semplicità: ti servono una palla al bacio e tu la concretizzi. Quando succede è poesia – 7

OUNAS dall’82’. Il quarto sigillo a Varsavia è suo: il calcio è anche un’arte funambolica e lui al volo passa la pelota dal sinistro al destro e segna – 7

Ounas è la rappresentazione della felicità. Si diverte toccando il pallone, costruendo con la sfera. Il suo gol è un’espressione di gioia, oltre che un messaggio chiaro ed una speranza: Adam c’è e combatte con il Napoli, anche quando subentra – 7

ZIELINSKI. Il suolo natìo risveglia i sensi di San Piotr, un po’ come quando Insigne giocò quasi la partita della vita contro il Benevento del fratellino Roberto. La partita di Z in the Ski è da leader, da autentico trascinatore. Prende una traversa, indi si procura e segna il rigore del pareggio – 7,5

Che tonfo quella traversa, Fabrizio! E che personalità nel tirare quel rigore. Ammetto di aver avuto molta paura: Piotr è un calciatore altalenante, un mite, che troppo spesso ha mostrato evanescenza di carattere. Di fronte alla provocazione del portiere avversario ho temuto il peggio. E invece ha stupito tutti. Ha ragione chi lo definisce un irrisolto, un incompiuto, ma quando gioca così, come si fa a non amarlo? – 7,5

MERTENS dal 72’. Entra e tre minuti dopo si trova davanti al dischetto per il rigore del possibile vantaggio. Lo tira in modo indisponente, a cucchiaio, e segna. Chapeau per la forza mentale e il coraggio. Senza dimenticare che è sua la palla che porta all’uno a tre di El Tav – 7

Venti minuti in campo e porta a casa un fantastico rigore e una palla al bacio per Petagna. Cosa vuoi di più? – 7

ELMAS. Fa il pendolare tra la sinistra e il centro e al 24’ potrebbe segnare anche lui nella sagra delle occasioni sprecate del Napule – 6

Così così nel primo tempo, molto meglio nella ripresa. E’ lui che dà la palla a Piotr nell’azione del rigore – 6

POLITANO dal 65’. Ha il merito di procacciarsi il secondo penalty – 6

E non è una nota di merito? – 6

PETAGNA. Sgobba tantissimo Petagnone nostro, senza mai prendersi pause. Forse questo incide sulla necessaria lucidità al momento di concludere. In ogni caso fornisce preziosi assist ai compagni ed è per questo, come detto prima, che a Varsavia fa la parte del gigante buono – 6,5

Così come Ounas è l’immagine della felicità, Petagna lo è della dolcezza. Avrebbe potuto spostarsi un po’ e trovare il gol, invece fa un regalo al miele a Lozano. Questo ragazzo è un puro, un buono, è delizioso come quella palla per il messicano – 7

ZANOLI DALL’82’. Il ragazzo osa, promette bene – 6

Si muove bene, non ha timore, mostra una buona personalità. A me è piaciuto parecchio – 6 

SPALLETTI. Ha vinto una partita cruciale in Europa League, e su un campo non semplice, con Petagna centravanti. A differenza del funesto predecessore al Veleno che al contrario si lamentava dell’assenza di Osimhen e poi con Petagna perdeva. Per fortuna che a Napoli abbiamo un altro allenatore che sa di calcio e soprattutto sa tenere testa a quelli che rompono i coglioni. Anzi, c’è un abisso tra lui e certa stampa che detesta la ragione ed è facile agli innamoramenti populisti. Ti dirò, Ilaria, ho un piccolo sogno. Vedere un giorno Spalletti rispondere così a questi pennivendoli che fino a qualche tempo fa rimpiangevano Gattuso, l’allenatore più sopravvalutato dell’orbe terracqueo: “Voi di pallone non capite un cazzo” – 8

Come sempre, ribalta la partita ingarrando lettura e cambi. Ma la cosa più straordinaria è che finalmente abbiamo un allenatore che campionato o coppa non fa differenza: si onora tutto e si prova a vincere. Ha inculcato alla squadra un carattere che, a memoria, non ricordo di aver mai visto. Sono tutti una cosa sola. Davvero si fa fatica a distinguere tra titolari e riserve, come dice lui. Una vittoria su un campo così difficile senza i titolarissimi e in rimonta è da goduria massima – 8

ARBITRO VISSER (BELGIO). Impeccabile – 7

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