Il quotidiano romano demolisce il gruppo di Mancini. Donnarumma non è più il miglior portiere del mondo, Chiesa sa fare tutto ma niente di eccezionale
L’Italia si giocherà la qualificazione ai Mondiali ai playoff. Il Messaggero scrive che la realtà dei fatti è che nel gruppo di Mancini non esistono fuoriclasse. Gli unici due giocatori di livello internazionale sono Verratti, Jorginho e forse Barella.
“Questo siamo. L’Europeo è stato un magnifico miracolo sportivo, ma sui giocatori ha suggerito iperboli e stime al rialzo smentite dai fatti. Donnarumma non è certo ancora il miglior portiere del mondo, del resto non è una congiura di pazzi a Parigi che non gli permette per ora di scavalcare Keylor Navas nelle gerarchie, e nel mentre il suo colpo d’occhio si è appannato (continuiamo a pensare che il tiro di Widmer a Roma fosse parabile). Jorginho non è un Pallone d’oro per acclamazione, è un ottimo regista che ha bisogno di una squadra rapida e aggressiva intorno, altrimenti non fa miracoli, né gol (e al Chelsea quest’anno è in flessione). Di Federico Chiesa si è detto troppo presto che fosse uno dei migliori attaccanti europei, per ora è un’ottima ma incostante ala destra, sa fare un po’ di tutto ma niente in modo eccezionale, segna alla media di 1 gol ogni 4 gare (conserviamo il sospetto che suo papà Enrico fosse assai più bravo tecnicamente). Di Insigne, a 30 anni, conosciamo i limiti quando il livello agonistico sale. Il problema, a magia dell’Europeo svanita, è che solo Verratti e Jorginho sono giocatori di alto livello internazionale e forse anche Barella, e Gigio quando si riprenderà”.
Al di là dei convocati da Mancini, non c’è un ricambio che lascia speranze. A parte Pellegrini e Zaniolo, in Primavera, “per il resto tutti giocatori deboli, da squadre deboli”.
Il campionato italiano ha il 61% di giocatori stranieri.
“Così conciati, riusciremo ad andare ai Mondiali? La risposta è che dipenderà da chi incontreremo, e in che momento saremo. Non possiamo più permetterci di dirci favoriti. Non siamo più la grande Italia, siamo come tanti altri”.