A Sport.pl: «Il mister è allegro e affabile, ma se qualcosa non gli piace l’atmosfera si fa subito seria. Victor è un cinghiale, Anguissa una guida per tutti»

Il portiere della Primavera del Napoli Hubert Idasiak ha rilasciato una lunga intervista al portale polacco Sport.pl affrontando diversi temi legati alla sua esperienza napoletana, dagli allenatori che si sono succeduti ai calciatori (i portieri, in particolare) con cui ha condiviso e condivide lo spogliatoio.
Al miele le parole per Ancelotti, che l’ha introdotto in prima squadra. Idasiak parla anche dell’esperienza con Gattuso e di questi primi mesi con Spalletti, sottolineando il lavoro che l’attuale allenatore dei partenopei sta facendo anche sui calci piazzati e sulla tattica.
È impossibile non apprezzare Ancelotti. È stato lui a portarmi per la prima volta in ritiro pre-campionato con la prima squadra. Ha avuto spesso la cura e la pazienza di avvicinarsi a me durante l’allenamento, per una battuta o per darmi un consiglio tecnico. Per un giovane come me essere allenato da lui è stato un sogno. Parla poco, ma riesce a trasferire la sua calma alla squadra.
Gattuso invece interrompeva molto più spesso gli allenamenti, insisteva tantissimo sulla necessità di correre tanto in partita. Gli allenamenti erano molto duri, ma il mister partecipava parecchio in prima persona: addirittura a volte si divertiva a crossare dal fondo per gli attaccanti.
Mister Spalletti è una persona molto allegra e affabile, ama scherzare coi calciatori. Attenzione, però: se qualcosa non gli piace l’atmosfera si fa subito seria. È un perfezionista. Se qualcosa non va, lo ripete fino alla sfinimento. Ha sicuramente una straordinaria conoscenza tattica: basta dare un’occhiata ai nostri calci da fermo, ci lavoriamo tantissimo, con attenzione scrupolosa, e stanno fruttando diversi goal.
Polacchi come Idasiak sono Milik e Zielinski. Il portierino del Napoli non ha mancato di soffermarsi su quanto l’hanno aiutato a integrarsi nello spogliatoio. Non solo: il classe 2000 ha detto anche dei mesi difficili che Milik ha trascorso nello scorso campionato, fuori rosa e col contratto in scadenza.
Arek e Piotr sapevano che c’era un polacco in Primavera, anche se non mi conoscevano. Appena possibile mi sono presentato e abbiamo subito sviluppato un rapporto piacevole e naturale. Comunque, nessun calciatore del Napoli mi ha mai fatto sentire a disagio. C’è un’atmosfera davvero fantastica nello spogliatoio di Napoli. Milik e Zielinski mi sono stati di grande aiuto fin dall’inizio. Arek mi ha procurato, per esempio, un insegnante di italiano. L’ha anche pagato di tasca sua.
Milik è un professionista serissimo. Anche quando non giocava e aveva il contratto in scadenza, arrivava ogni giorno al centro di allenamento sorridente e si allenava con il massimo impegno, anche quando doveva farlo individualmente. Un grande esempio di etica del lavoro.
Idasiak ha anche portato i lettori polacchi all’interno dello spogliatoio del Napoli, raccontandone di chi sono i leader.
Nello spogliatoio c’è un’atmosfera fantastica. L’umore è sempre buono, scherziamo spesso insieme. Certo, quando la situazione si fa seria – per esempio, prima di qualche partita prestigiosa o in un momento difficile – si vede che i leader sono Insigne, Koulibaly e Mertens. Riescono a mettersi in sintonia con tutto il gruppo. Anche Zieliński è un leader, ma parla più mettendo le sue qualità in campo che con i discorsi negli spogliatoi. Piotr non è introverso come dicono, anzi. Lui dà sempre il suo contributo, lo spogliatoio lo sa. Ha una posizione forte nel club. Solo perché è modesto e non si sente una rockstar non significa che si nasconda. Non è introverso, lo definirei modesto, piuttosto.
Impossibile evitare un passaggio su Osimhen e su Anguissa, che stanno dando un contributo più che rilevante all’inizio di stagione importantissimo del Napoli di Spalletti.
Victor è un cinghiale! (ride, ndr) È molto forte, super veloce, ha un tiro potentissimo e dà anche del tu al pallone. Si vede che ha ancora enormi margini di miglioramento, soprattutto nel controllo palla. Victor può diventare il miglior attaccante del mondo. Ha solo 22 anni!
Frank è il capo. Una guida per tutti. Pensavo fosse più un centrocampista difensivo, e invece già ai suoi primi allenamenti ci ha dimostrato la sua abilità palla al piede. Gioca il pallone con facilità, non sente alcuna pressione. Ha una grande tecnica. E grazie a lui, anche Fabian Ruiz si esprime al meglio. L’andaluso è un vero leader in campo.
Ho un gran rapporto con tutti, ma, come è facile intuire, soprattutto con Piotr e i con portieri.
A proposito di portieri, ad Idasiak è stato anche chiesto dell’alternanza tra Meret e Ospina e del perché – secondo il suo punto di vista – Spalletti stia dando più continuità al colombiano che al fresco campione d’Europa.
Alex e David sono allo stesso livello, ma forse il punto è che Ospina ha più esperienza. Meret sta meglio sulla linea di porta, ma il colombiano si muove di più e legge meglio il gioco. E la cosa più importante: Ospina gioca meglio coi piedi. Spalletti lo tratta come un metronomo, non come un portiere. Ci dice di non aver paura di giocare con lui. A proposito: giocare con i piedi è un aspetto che anch’io devo migliorare.
Per quanto riguarda la differenza tra me e loro, spero che si riduca ogni anno. Ma mi manca ancora un sacco per raggiungere quel livello. La grossa differenza non sta negli interventi d’istinto, ma nel fatto che Alex e David leggono meglio il gioco, si posizionano meglio, comunicano meglio con la difesa, giocano meglio la palla. Insomma, ho ancora tanto lavoro da fare.
Tra i due somiglio di più ad Ospina: David è un modello per me. Come lui, cerco di basare il mio stile sui riflessi e sulla velocità. Se sei più basso, salti più in alto. So che mi manca qualche centimetro, e quindi ad esempio quando gli avversari calciano dalla distanza cerco di anticipare rapidamente l’intervento e chiudere l’angolo di tiro. Provo a colmare i miei limite con l’intelligenza.