El Pais: «A nessuno importa come allena Xavi, conta l’idealizzazione del personaggio»

Segurola: "Da lui si auspica la rottura con la mediocrità e il passaggio a una mistica perduta, rappresentata nella sua versione di giocatore" 

xavi barcellona

La stampa spagnola è piena di Xavi. La presentazione-evento del nuovo tecnico del Barcellona, il ritorno del figliuol prodigo, è stata commentata da tutti. Santiago Segurola su El País la descrive come una rivoluzione sentimentale, più che sostanziale.

Per Segurola si tratta di “un grande matrimonio civile, per una società stanca di ricevere cattive notizie”.

“Nell’attuale stato penoso del Barça, a Xavi non vengono richieste solite credenziali. La sua esperienza in tal senso risale ai tre anni passati alla guida dell’Al-Sadd, una squadra del Qatar senza la minima rilevanza sulla scena internazionale. Fatta eccezione per gli ossessionati che rovistano nelle profondità del calcio con la meticolosa passione degli entomologi, a nessuno è mai importato di come giocasse l’Al-Sadd. Prima o poi era scritto che Xavi sarebbe tornato al Barça. L’unico dubbio risiedeva nelle condizioni del suo ritorno: favorevole o sfavorevole. Xavi non poteva rifiutare l’offerta di Joan Laporta, e non doveva”.

“L’allenatore in lui conta meno dell’idealizzazione del personaggio. Xavi era e sarà un mito del Barça, ma nella situazione attuale il barcelonismo preferisce sentirsi come un Mosè che attraversa il Mar Rosso. Da lui si auspica la rottura con la mediocrità recente e il passaggio a una mistica perduta, perfettamente rappresentata nella sua versione di giocatore.  Nella sua messa in scena, la presentazione di Xavi come allenatore enfatizza il lato congelato del Barça, l’emozione collettiva, il diritto di sognare”.

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