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Dal Pino: «I cinema aperti al 100% e gli stadi no, poi i tifosi si lamentano che vendono i campioni»

Il presidente della Serie A: “Siamo felici di avere i politici allo stadio per le premiazioni, ma ci devono aiutare. Il green pass a che serve?”

Dal Pino: «I cinema aperti al 100% e gli stadi no, poi i tifosi si lamentano che vendono i campioni»
Mg Torino 01/08/2020 - campionato di calcio serie A / Juventus-Roma / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Paolo Dal Pino

Noi siamo felici di vedere i politici allo stadio quando si danno scudetti o si premia la Nazionale che ha vinto gli Europei. Ma questa è una industria che può generare anche più Pil di oggi, dove oggi ci sono progetti di imprenditori stranieri che hanno pronte risorse importantissime, non è possibile che ci sia la burocrazia con cui noi dobbiamo scontrarci. Bisogna eliminare la demagogia rispetto al calcio, bisogna iniziare a guardare a questo sport come una industria che può aiutare a livello economico”. Paolo Dal Pino s’è sfogato a La Politica nel pallone, su Gr Parlamento. Al Presidente della Lega Serie A non va giù che abbiano riaperto i cinema e si ostinino a tenere gli stadi aperti solo col 75% della capienza. Il refrain è sempre lo stesso: quando il calcio si auto-proclama “industria” è il momento della mano tesa, mai della presa di responsabilità.

E dunque Dal Pino dice: “La domanda è: il green pass serve? Non è possibile vedere nei cinema al chiuso il 100% del pubblico e negli stadi avere solo il 75%. La nostra è un’industria che compete su scala internazionale, in Inghilterra e Spagna sono al 100%. In Inghilterra hanno il 67% di vaccinati, noi l’80%”.

Poi i tifosi non si devono stupire se le nostre big sono costrette a vendere i giocatori perché mancano risorse per competere. Il derby tra Milan e Inter di ieri è stato un grande spot, peccato non ci sia stato il 100% di pubblico così come è un peccato che l’Italia, nella sfida decisiva contro la Svizzera, non potrà avere il pieno supporto dell’Olimpico. Il derby di ieri sera avrebbe potuto fatturare 1,5 mln in più. Non abbiamo chiesto ristori, ma solo la rateizzazione del pagamento dei contributi fiscali della seconda parte del 2021. Non capisco perché un settore come il nostro, che è una industria che ha un fatturato diretto di circa 5 miliardi, rappresenta il 12% del Pil calcistico mondiale, ha impatto indiretto sul Pil importante e una contribuzione fiscale e previdenziale da 1 miliardo, sembra non visto. Non abbiamo mai chiesto aiuti, mai parlato di ristori”.

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