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Con la tecnologia il tennis è persino più arretrato del calcio

Il Var è solo a chiamata. Se l’arbitro commette un errore e il tennista danneggiato non se ne accorge, l’errore resta. Gli unici a saperlo sono gli spettatori da casa

Con la tecnologia il tennis è persino più arretrato del calcio
Tokyo (Giappone) 31/07/2021 - Tennis / Olimpiadi Tokyo 2020 / foto Imago/Image Sport nella foto: Alexander Zverev

Ieri sera, prima che la sfortuna si accanisse contro Berrettini, alle finals Atp di Torino (la versione contemporanea del Masters) abbiamo avuto la conferma che lo sport resta disinteressato alla verità. Ammesso che la verità esista, ovviamente. Di certo, lo sport non vuole conoscerla grazie all’ausilio della tecnologia.

Ieri sera, durante il match tra Berrettini e Zverev, è arrivata la risposta a una domanda che ci siamo sempre posti (non che occupasse tutte le nostre giornate eh): il falco, ossia il var del tennis, non potrebbe intervenire in automatico quando c’è una svista arbitrale? Sì, potrebbe. Ma non lo fa. La regia ci ha mostrato un servizio di Zverev che era fuori ma poiché Berrettini non ha chiesto l’intervento del Var (nel tennis è a chiamata), la partita è andata avanti e il tedesco si è aggiudicato il punto. Solo i telespettatori conoscevano la verità: come è successo da sempre nel calcio, e ora però nemmeno nel calcio. Incredibile a dirsi, con la tecnologia il tennis è più arretrato del calcio.

Di fatto anche il tennis continua a essere arbitrato come un tempo. L’utilizzo della tecnologia è una sorta di contentino. Probabilmente perché si teme di perdere troppo tempo. E quindi hanno tagliato la testa al toro con un numero massimo di challenge (tre) per set. Ciò non toglie che l’errore rimanga. Immaginiamo anche che non tutti i torneo potrebbero permettersi un uso così esteso del Var. Occorrerebbe un notevole dispiegamento di uomini e quindi di soldi. Il ricorso alla tecnologia a chiamata resta così il più onesto dei compromessi possibili. Ma non c’entra niente col concetto di trasparenza. Tranne che per quelle sei chiamate, resta il tennis di sempre. Se un arbitro sbaglia e il giocatore danneggiato non se ne accorge, amen.

L’unico contento sarebbe John McEnroe. Quando introdussero la macchinetta (il cosiddetto ciclope) che fischiava per segnalare una battuta fuori, lui andò su tutte le furie perché non poteva star lì a litigare con una macchina. Purtroppo, però, Supermac non gioca più.

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