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Bocelli per avere più chance con una ragazza, rinunciò ai soldi dell’invalidità

Un aneddoto di Francesco Arlanch, autore della serie tv “Blanca” su Rai 1 che ha consultato il cantante per avvicinarsi al mondo dei non vedenti

Bocelli per avere più chance con una ragazza, rinunciò ai soldi dell’invalidità

Sulle pagine di Libero parla Francesco Arlanch l’autore di “Doc” e “Blanca”, due serie tv di Rai 1. Blanca racconta la storia di una ragazza cieca che collabora con la polizia, una storia particolare e un progetto che ha richiesto 5 anni per essere realizzato

«Quattro, al netto delle riprese. Eh, purtroppo non è un caso se i personaggi ciechi non sono così presenti nel cinema e nella tv. Alla base di queste storie c’è infatti un problema strutturale: è difficile empatizzare con un cieco ed entrare nel suo mondo. Di fatto non puoi condividere il suo punto di vista: è come se lui rivolgesse sempre la propria mente verso cose che tu non puoi cogliere… Quindi se il protagonista è cieco, anche lo spettatore lo è nei suoi riguardi».

Nella realizzazione della sceneggiatura sono stati consultati diversi personaggi che potessero aiutare a cogliere il punto di vista di un cieco, tra cui anche Andrea Bocelli

«Sì e ci ha raccontato molti aneddoti divertenti. Da giovane, per esempio, Bocelli era innamorato di una ragazza e, per avere delle chance in più con lei, decise di rinunciare ai soldi dell’invalidità. Non voleva essere bollato come disabile ai suoi occhi. Bocelli, così come Bebe Vio, non hanno mai avuto un approccio pietistico rispetto alla loro vita. Inoltre ci ha spiegato che il più grande terrore di chi non vede sono le porte mezze aperte: prendi certe craniate…».

In Usa imperano le quote del politicamente corretto. Attenzione però, spiega Arlanch, a non arrivare all’eccesso di privilegiare la disabilità a prescindere dal talento,

«In Rai no. Però, parlando di un ipotetico adattamento straniero di Blanca, alcuni interlocutori internazionali dicevano che avrebbero affidato il ruolo solo a una vera cieca. Su questo, secondo me, bisogna ragionare: se si privilegia la disabilità a prescindere dal talento, potrebbe diventare una scelta quasi offensiva, perché di fatto ghettizzi i diversamente abili. Se invece hai un’attrice strepitosa che, contestualmente, è anche cieca, allora va benissi- mo».

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