Barbacetto: Sala venderebbe ai privati anche la Madonnina (che per fortuna non è sua)
Su Il Fatto commenta l'operazione immobiliare caldeggiata dal sindaco. Come se abbattesse il Niguarda per farci costruire una clinica privata

Su Il Fatto Quotidiano, Gianni Barbacetto torna sulla questione stadio San Siro. E soprattutto sul sindaco di Milano, Giuseppe Sala. Qualche mese fa scrisse che il nuovo stadio non era altro che un regalo del primo cittadino a Inter e Milan per sanare i loro bilanci in rosso. Un’operazione immobiliare, più che sportiva. Oggi commenta la nascita del comitato “Sì Meazza” in difesa dello stadio, e scrive:
“Non se lo aspettava, Giuseppe Sala. Sapeva che doveva chiudere al più presto, con un blitz imperiale, senza dibattito, l’affare San Siro. Aveva messo in conto qualche mal di pancia anche tra i suoi, ma trattenuto; e qualche netta opposizione, ma circoscritta, dei soliti no-tutto. Invece sta crescendo una resistenza ampia, tenace, intelligente, civile, composita, trasversale. È nato un comitato che si chiama Sì Meazza: per far capire bene fin dal nome che non si tratta dei soliti-contro-qualsiasi-cosa. Sono cittadini ragionanti che vogliono salvare un bene pubblico, lo stadio dei milanesi, la Scala del calcio, che Sala vuole invece abbattere per lasciar fare su suolo pubblico – con la scusa di costruire un nuovo stadio – un’operazione immobiliare privata da 1,2 miliardi di euro. Come se si decidesse di abbattere l’ospedale Niguarda per permettere a un privato di costruirci al suo posto una bella clinica privata”.
Sala venderebbe qualsiasi cosa ai privati, continua, compreso il simbolo di Milano, la Madonnina.
“Lo stadio è già pubblico, ma Sala venderebbe ai privati anche la Madonnina (che per fortuna non è sua)”.
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