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Quando il Napoli giocò a Bodoe e Pesaola disse: «Niente goleada sennò al ritorno non viene nessuno»

Il ricordo della trasferta in Norvegia laddove è naufragato Mourinho. Era la Coppe delle Coppe 76-77. Il Napoli vinse 2-0, in semifinale ci pensò l’arbitro di Anderlecht-Napoli

Quando il Napoli giocò a Bodoe e Pesaola disse: «Niente goleada sennò al ritorno non viene nessuno»

Andammo oltre il Circolo polare artico, a Bodoe, sul mare grigio di Norvegia, col Napoli di Bruno Pesaola a giocare il primo match di Coppa delle coppe 1976-77. Nessuna squadra italiana s’era mai spinta così in alto, verso il Polo Nord. Due anni dopo, l’Inter giocò a Bodoe.

La squadra norvegese era una perfetta sconosciuta. Pesaola rese allegro quel viaggio esotico con brividi di freddo e la suggestione del sole di mezzanotte. Eravamo a metà settembre. Il sole di mezzanotte non c’era. E’ un fenomeno che si verifica tra fine aprile e fine agosto.

I viaggi col petisso erano sempre fantastici e, a quell’epoca, quei confronti europei davano la sensazione d’essere tra le squadre più importanti. Bazzicavamo in Coppa delle Fiere. Eravamo andati a Vienna, nella triste Burnley, nella graziosa Odense in Danimarca. In Coppa Uefa, andammo a prendere cinque gol dall’Hibernian. Non avevamo ambizioni internazionali. Erano quasi viaggi di piacere.

Andammo in Norvegia con una gran bella formazione: Carmignani; Bruscolotti, La Palma; Burgnich, Vavassori, Orlandini; Massa, Juliano, Savoldi, Vinazzani, Speggiorin. In campionato eravamo a ridosso delle prime che erano il Torino di Pulici e Graziani che arrivò secondo dietro la Juventus, la Fiorentina, l’Inter, la Lazio e, col Napoli, c’era il Perugia di Castagner con Agroppi, Novellino e quel Nello Malizia, il portiere che un giorno avrebbe fatto il fenomeno al San Paolo.

Il petisso se ne uscì con questa battuta: “Ragazzi, non fate troppi gol ai norvegesi, altrimenti al ritorno nessuno verrà a vederci al San Paolo”.

Eravamo sicuri di vincere e vincemmo seccamente, 2-0, doppietta di Speggiorin, il nostro sparafucile. Al ritorno vincemmo con un gol di Peppeniello Massa.

Fu l’inizio di una bella avventura. Il Napoli in Coppa delle coppe era un lusso. Avevamo vinto la Coppa delle Alpi, in Svizzera, con Pesaola nel 1966. Diciamo la verità: in Europa eravamo dei parvenù.

Quell’anno facemmo un bel cammino in Coppa delle coppe. Eliminammo l’Apoel di Nicosia, i polacchi dello Slask Wroklaw e finimmo in semifinale con l’Anderlecht. Un gol di Bruscolotti all’81’ ci dette la vittoria al San Paolo. In Belgio pagammo anche lo scotto di essere degli intrusi.

L’Anderlecht era una squadra fortissima (l’ala sinistra Rensenbrink, i centrocampisti Thissen e Van der Elst) con grande aplomb internazionale. Il ritorno (0-2) fu rovinato dall’arbitro inglese Matthewson, agente pubblicitario in Inghilterra della birra Bellevue che sponsorizzava la squadra di Bruxellese e che era di proprietà del presidente onorario dell’Anderlecht.

Matthewson annullò un gol di Speggiorin dopo due minuti di gioco. I belgi sarebbero andati in difficoltà dovendo poi vincere con tre gol. Rimase lo 0-0 e poi le reti di Thissen (20′) e Van der Elst (57′).

Rimase memorabile la trasferta in Norvegia. A Bodoe, giovedì, la Roma di Mourinho con sei rincalzi ha beccato sei gol. La “leggenda” del BodoeGlimt si accresce. E domenica Roma e Napoli giocheranno ricordando il BodoeGlimt così generosos nel 1976 con gli azzurri, perfido giovedì con la Roma.

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